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Emergenza tir: ancora
un dragaggio record

   I dieci giorni previsti per il dragaggio degli approdi di Tremestieri, solo sette secondo le più rosee speranze, potrebbero diventare venti, o anche più. Suggerisce con quasi evidenza questo raddoppio dei tempi la nuova cartolina del mini porto a sud, la fotografia scattata ieri a mare calmo dopo due giorni e due notti di cavalloni e scirocco. La lastra di sabbia che si è sostituita allo specchio d’acqua non è più quell’isolotto tondeggiante che si protendeva dal molo esterno verso il centro del canale, tipico di passati insabbiamenti, ma una superficie vasta e massicciamente protesa verso un’ampia parte della banchina di riva. Nessun dubbio, dunque: la sciroccata che ha fatto tremare Galati e Giampilieri, ha aggravato il quadro dei lavori di dragaggio. Ovvero si è allungato il periodo durante il quale, con gli approdi d’emergenza chiusi, i messinesi dovranno convivere, armati di moltissima attenzione, con l’immortale emergenza tir. C’è un solo elemento minimamente “consolatorio” in quest’ennesima crisi, ed è quello dettato dal fatto che una parte non indifferente della sabbia che occupa il bacino, rappresenta la dissoluzione della pista di cantiere utilizzata fino a pochi giorni fa dalle ruspe dirette alla parte finale della diga laddove, com’è noto, dal 2011 sono in corso i lavori di ricostruzione. Si può anche confidare, ma non è obbligatorio, nel fatto che la diga nuova – prossima ad essere montata sui 60 pali già fissati “a giorno” – verrà dotata di un muro “paraonde” alto più di tre metri.

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