La città metropolitana presto, l’area dello stretto subito dopo. A tre settimane della scadenza della proroga dei commissari nelle nove province della Sicilia e con un clamoroso ritorno alle urne che pende in capo alla politica regionale che rischia un’autorete, Messina si interroga sul proprio futuro. E’ stata la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile a presentare con un nutrito gruppo di colleghi, l’adunanza aperta che è stata fissata per lunedì prossimo e dalla quale verrà fuori un documento unitario da inviare all’Assemblea regionale proprio sul tema della città metropolitana.
Il consiglio comunale non vuole che le decisioni rispetto al futuro della nostra provincia passino sulla testa di centinai di migliaia di messinesi.
A sostenere le argomentazioni del consiglio due docenti universitari, Jse Gambino e Michele Limosani che da qualche tempo che i liberi consorzi non sono altri che un doppione delle abolite province e che il futuro è proiettato nella prospettiva dell’Aree metropolitane integrate.
Questo perché i fondi europei, ancora abbondanti per i prossimi sei anni, potranno essere catturati più facilmente da istituzioni sempre più rappresentative di territori e popolazioni ampi.
L’idea dei due studiosi, che ha trovato il consenso dei consiglieri, è quella che, rispetto al disegno originario, i comuni che dovrebbero far parte della città metropolitana possano crescere da 14 a 51. I 37 in più sarebbero strappati al libero consorzio che dovrebbe sorgere insieme a Messina ma che, secondo i du professori universitari, rischia di restare fuori dalle grandi programmazioni economiche comunitarie e quindi con un bilancio troppo magro per la sua sussistenza. La città metropolitana ipotizzata da Gambino e Limosani partirebbe da Giardini e terminerebbe a Falcone. Ma per coinvolgere tutte queste municipalità servirà unità di intenti ed il convincimento di sindaci e consigli comunali. Riuscirà la politica a rappresentare il valore del vantaggio di far parte di una città metropolitana piuttosto che di un libero consorzio? E’ quello che conta di fare il consiglio comunale di Messina con il supporto di Limosani e Gambino che poi guardano ad un allargamento della nuova istituzione territoriale.
Dopo la città metropolitana – si arrivi all’area dello Stretto con una reggio Calabria che potrebbe rendere sempre più ampio il bacino di popolazione e che soprattut o eviterebbe che messina finisca nella morsa di citta metropolitane più forti ed unite come quelle di Palermo e Catania
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