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Tares, proteste e appelli
alla “disobbedienza”

Dilaga la protesta anti-Tares. Nascono comitati spontanei e si moltiplicano gli appelli alla «disobbedienza civile». Anche in consiglio comunale si amplia il fronte di chi pensa – dopo aver adottato il regolamento – a eclatanti azioni «a tutela della cittadinanza», come preannunzia il capogruppo di “Felice per Messina” Giuseppe Santalco. E il coordimamento dei procuratori di CittadinanzAttiva invita l’amministrazione comunale ad esitare immediatamente alcuni provvedimenti volti a ridurre la tassa per i meno abbienti, a rinviare la scadenza della prima rata a febbraio e a dilazionare i pagamenti in quattro o più rate. È una Befana cattiva dal ghigno crudele quella che attraversa i cieli della nostra città pronta con la sua ramazza a raccogliere i pochi risparmi di migliaia di famiglie allo stremo. Bisogna stare attenti a maneggiare una materia così esplosiva, in un momento così drammatico dal punto di vista economico- finanziario e sociale, perché è molto alto il rischio di cadere nella demagogia e nel populismo. È pur vero, però, che i sacrifici richiesti ai messinesi sono davvero insopportabili, a fronte di servizi carenti, addirittura nel bel mezzo dell’ennesima emergenza rifiuti. Si deve cercare di venire incontro il più possibile alle esigenze della popolazione e ha il dovere di farlo un’amministrazione, come quella guidata dal sindaco Accorinti, che ha fatto della tutela delle fasce più deboli e delle questioni di carattere sociale la propria “ragion d’essere”.   

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