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Due imprenditori
arrestati per bancarotta

«Le condotte illecite non sono occasionali, ma sistematicamente preordinate e programmate secondo uno schema che si ripete ritualmente » e «diretto alla spoliazione delle società di volta in volta create, fatte fallire e sostituite da altre». Con queste motivazioni il gip Giovanni De Marco ha decretato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Sebastiano Messina, 52 anni, e ai domiciliari per il fratello Antonino, 56 anni, accusati di bancarotta fraudolenta. I militari della Compagnia di Messina della Gdf, coordinati dal comandante Michele Milazzo, hanno puntato i fari sulla gestione della società Vigile peloritano, da cui deriva il nome dell’operazione sfociata nei provvedimenti eseguiti ieri. Su input del procuratore aggiunto Ada Merrino e del sostituto Fabrizio Monaco, ricostruito anomalie nella gestione societaria. Lo spunto investigativo è stato dato fallimento della New vigile peloritano srl, dichiarato il 25 agosto 2011 dal Tribunale. Dagli accertamenti è emerso che a occuparsene erano Sebastiano Messina, in qualità di amministratore, il fratello Antonino (direttore amministrativo) e il padre Rosario (già amministratore della Vigile peloritano srl, già fallita).  

Gli indagati

Sono sei complessivamente gli indagati nell’ambito dell’inchiesta effettuata dalla Compagnia di Messina della Guardia di finanza denominata “Vigile peloritano”. Si tratta di Sebastiano Messina, 52 anni; Antonino Messina, 56 anni; Rosario Messina, 89 anni; Maria Letizia Mangano, 52 anni; Domenica Chillè, 45 anni; Angelo Pistone, 55 anni.

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