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Rapina banca Intesa,
strane analogie
si cerca la talpa

Un’azione fulminea, meno di un minuto per portare via 90.000 euro. Un bottino ingente ma soprattutto una dinamica che non convince gli investigatori. La rapina messa a segno ieri pomeriggio alla Banca Intesa San Paolo di via Catania presenta tanti punti oscuri e strane similitudini. Erano le 17, con la banca ormai chiusa al pubblico, quando tre persone hanno fatto irruzione nell’istituto con i volti coperti da caschi e cappucci. Per entrare in banca hanno utilizzato una uscita d’emergenza che però si apre ovviamente solo dall’interno. Sembra che i malviventi abbiano utilizzato delle chiavi. Ma chi potrebbe avergliele fornite è la prima domanda che gli investigatori della Squadra Mobile si pongono?  I rapinatori hanno raggiunto la stanza in cui alcuni impiegati stavano caricando il denaro nella cassaforte del bancomat, circa 90.000 euro. Senza pronunciare una parola e del tutto disarmati si sono impossessati dei soldi e si sono allontanati indisturbati. Due sono fuggiti a bordo di uno scooter, il terzo si è allontanato a piedi. Nel frattempo era scattato l’allarme e sul posto sono intervenute pattuglie delle Volanti e della Squadra Mobile che hanno subito acquisito le immagini dell’impianto di videosorveglianza. Ma la dinamica lascia perplessi anche perché presenta inquietanti analogie con la rapina messa a segno ad aprile sempre alla Banca Intesa San Paolo però  di via Luciano Manara. Anche allora i malviventi entrarono nell’istituto dalla porta di sicurezza ed arraffarono il denaro destinato al bancomat, circa 220mila euro. In due minuti era tutto finito. Una serie di strane coincidenze che fanno pensare alla presenza di un basista, qualcuno che abbia informato i rapinatori e addirittura abbia agevolato il loro compito. Una pista sulla quale la Mobile sta lavorando in queste ore per incastrare i componenti la banda.

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