La disperazione degli sfrattati, degli ex baraccati, degli sfollati di Altolia. Il sindaco Accorinti ha aperto tutte le porte della casa comune ed è proprio la fame di casa di tantissimi messinesi ad esplodere in tutta la sua drammaticità. Alle prese con l’emergenza abitativa sin dal suo insediamento (una delle sue prime denunce fu quella della graduatoria degli assegnatari aventi diritto non attendibile), oggi il sindaco si trova a dover gestire una situazione esplosiva. Fuori dalla sua porta ex baraccati di Giostra e senza un alloggio talmente disperati ad gettarsi a terra come barriera umana per evitare la chiusura della porta di accesso ai suoi uffici; le famiglie alluvionate di Altolia, che devono lasciare le case d’emergenza di Mili perché nessuno da diversi mesi paga più l’affitto al proprietario, essendo scaduta l’ordinanza di protezione civile e anche i senza tetto che mesi fa avevano occupato il transatlantico con bambini, carrozzelle, e materassi. Accorinti riceve tutti, dimostra di conoscere i casi uno per uno, ma, ovviamente, la bacchetta magica non ce l’ha. “Stiamo lavorando per voi”, sembra quasi lo slogan di questo momento difficile.
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