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Messina da rivedere
serve un cambio
di mentalità

Una battuta d’arresto che per molti aspetti ricorda quella di un anno fa a Ribera, coincidenza curiosa anche in quel caso era la quarta giornata. Difficile individuare una sola causa nella sconfitta quando il portiere avversario non è costretto neppure a una parata e il proprio, invece,  fa  miracoli. Responsabilità, quindi, condivise tra allenatore e squadra a cui è, però, mancata personalità. I peloritani hanno avuto un impatto negativo al match, forse anestetizzati dall’ambiente tranquillo trovato a Castel Rigone, un unicum nel panorama italiano.

La squadra è alla ricerca del migliore assetto. Il tecnico è partito con un 4-3-3 mascherato, giacché Pedro Ferreira, che avrebbe dovuto supportare l’attacco, è stato spesso costretto a retrocedere nella linea dei centrocampisti, nessuno dei quali, però, con particolari doti di impostazione. Simonetti sull’out sinistro non è riuscito a fornire lo stesso contributo di una settimana fa contro l’Arzanese quando, però, venne impiegato dalla parte opposta. A scricchiolare anche la fase difensiva, il vero punto di forza della squadra giallorossa, con il ruvido De Bode spesso in difficoltà. Passo indietro anche per Silvestri che dalla fascia destra non è riuscito a piazzare un cross degno di tale nome. L’unico elemento convincente è stato il solito Lagormarsini, costretto a capitolare sulle giocate di Tranchitella. Ma se il Messina è rimasto a lungo in partita lo deve soprattutto al suo giovane e straordinario portiere.

Le difficoltà della squadra sono, poi, evidenziate, in zona gol. In quattro gare di campionato, il Messina ha segnato la miseria di due sole reti. Un dato che da solo basta per fotografare l’attuale momento.Due le attenuanti per la formazione di Gaetano Catalano, che domani a Coverciano diventerà a tutti gli effetti allenatore di seconda categoria.La prima è legata agli infortuni che ne hanno condizionato il lavoro settimanale.  Dopo Corona, si sono fatti male Guadalupi e Maiorano, cioè due titolari pressoché inamovibili. L’assenza del primo non consente al Messina di cambiare, con decisione assetto tattico e, contestualmente usufruire del giocatore con le migliori qualità tecniche a centrocampo, il secondo, invece, è uno che fa sentire la sua presenza in mezzo al campo. Purtroppo la distorsione al ginocchio destro lo costringerà all’assenza forzata come minimo per un mese ma forse anche di più.A turno, poi, si sono fatti male anche altri giocatori per motivi che vanno ricercati nel continuo cambio di superficie per lo svolgimento degli allenamenti, un problema che dovrebbe essere risolto con l’assegnazione del 24esimo artiglieria. L’altra attenuante è legata alla condizione fisica generale della squadra. Alcuni elementi, aggregati in ritardo, non sono al passo degli altri. L’augurio è che possano arrivarci a stretto giro di posta.

La pesante caduta di Castel Rigone è stata dolorosa, ma forse necessaria affinché la squadra trovi nuovi stimoli, tenendo ben presente che rimanere imbattuti per 26 partite è tanta roba.

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