La Tares deve essere calcolata a 0,30 centesimi di euro al m2, elevabile fino a 0,40 centesimi da parte dei Comuni, a seconda dell’ubicazione e del pregio degli immobili. Per la prima rata dovrebbero far fede tutte le superfici già dichiarate ai tempi di Tia e TARSU, ma comunque i Comuni potranno utilizzare il vecchio dato dell’80% della superficie catastale, a meno che il cittadino non dimostri che la superficie calpestabile sia inferiore. L’importo può essere suddiviso in quattro rate (gennaio, aprile, luglio e ottobre) e il sistema favorisce una graduale introduzione proporzionale alla somma versata nel 2012 per la TARSU. Quindi il conguaglio con la TARES, sarà subordinato alle tariffe comunali. Benché la tassa sia già operativa, il comune di Messina non ha ancor predisposto il regolamento, nonostante la necessità di evitare buchi in bilancio. Il passaggio dovrà rispettare «i termini previsti per l’approvazione dello strumento del 2013 contestualmente al piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani». La delibera è approdata oggi in commissione consiliare dov’è stata soltanto incardinata, in attesa di avere maggiori approfondimenti dalla giunta
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