Sembra una tregua condizionata quella che è stata siglata ieri sera a suon di fax fra Comune di Messina e Tirrenoambiente attraverso l’interlocutore formale che resta Ato 3.
La società a capitale misto, che gestisce la discarica di Mazzarrà S. Andrea, non ne può più di rimandare l’incasso dei crediti vantati dal Comune di Messina. Gli investimenti di questi anni per cercare di rispondere all0’esigenze di una mutazione repentina e stringente delle normative sulle discariche rischiano di essere vanificati da questi crediti che, per quanto riguarda Palazzo Zanca, ammontano a oltre 22 milioni di euro.
Dall’alto lato ci sono le esigenze di un territorio che vive da troppo tempo sul filo dell’emergenza rifiuti. Si deve sempre arrivare al limite dell’allerta per cercare di trovare una soluzione che di definitivo ha sempre solo il breve volgere di qualche settimana.
Ora ci riprova Accorinti e la sua squadra. Dopo l’intreccio di fax di ieri e la promessa di un saldo di altri 600 mila euro, che hanno portato alla riapertura per due dei tre prossimi giorni della discarica, ora è arrivato il momento del faccia a faccia.
Oltre al primo cittadino,lunedì pomeriggio alla riunione straordinaria del Consiglio di amministrazione di TirrenoAmbiente, parteciperanno il vicesindaco, Guido Signorino, e l'assessore all'ambiente, Daniele Ialacqua.
Accorinti rinnoverà il proprio impegno, che ha già permesso di garantire il pagamento del costo corrente- in due mesi quasi due milioni di euro- e proporrà quello che ritiene un percorso virtuoso che possa portare Messina a sanare i debiti ad attuare la raccolta differenziata spinta ed altri interventi nell'ambito della strategia rifiuti zero che potrebbe abbassare i costi del ciclo dei rifiuti. A conti fatti una tonnellata dei nostri rifiuti costa 100 euro al giorno più venti di trasporto. Oltre trentamila euro al giorno che significa oltre minione l’anno.
Ma un altro nodo della questione, forse il principale, è divenuto l’iter sofferto della delibera che deve riconoscere i debiti fuori bilancio di Ato 3. L’esame della prima commissione ha consigliato all’amministrazione di ritirare la delibera nella forma in cui era stata presentata in fretta e furia proprio per cercare di garantire liquidità alla società d’ambito ed indirettamente a Tirreno ambiente.
Il lavoro certosino dei consiglieri ha dato nuovi riferimenti all’amministrazione specie in merito ailla vicende di quei 2 milioni ed 800 mila euro del 2007 per i quali è aperto un contenzioso e che hanno frenato l’approvazione immediata. Mercoled’ guido Signorino dovrebbe ripresentare la delibera rivista e corretta e, se tutto fila liscia, poco dopo Messina potrebbe accedere a quel fondo di rotazione regionale che le potrebbe dare respiro e speranza che dietro l’angolo, ogni quindici giorni non ci sia lo spauracchio di una emergenza che fa paura a tutti.
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