Il nome “Savana” dato all’inchiesta deriva da “leone” e “leoncino”, ovvero in vernacolo “liuni” e “liuneddu”, che erano da identificare in Alessandro e Antonino Cutè, padre e figlio, che sono ritenuti dagli inquirenti al vertice rispettivamente del gruppo specializzato in furti in appartamento e dell’altro dedito allo smercio di droga. nel calderone dell’operazione finirono pure decine di episodi di smercio di marijuana, hascisc, eroina e cocaina, venduta non solo a clienti messinesi ma anche a soggetti che giungevano in città perfino dalla provincia di Enna.
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