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Rada San Francesco,
i giorni delle scelte

 Il rinnovo della concessione per la Rada di San Francesco «è un atto obbligato». Il presidente dell’Autorità portuale Antonino De Simone ha convocato per martedì la riunione del tavolo tecnico in vista della seduta del Comitato portuale che il 23 aprile si pronuncerà sulla spinosa questione. Saranno avviate le procedure a evidenza pubblica e la concessione avrà una durata limitata (probabilmente tre anni), subordinata all’effettiva realizzazione del nuovo sistema portuale di Tremestieri dove, una volta completati i lavori, dovrebbe confluire l’intero traffico gommato di attraversamento dello Stretto. Nel frattempo, l’Autorità portuale, insieme con tutti gli altri enti rappresentati all’interno del Comitato (e, dunque, anche Comune e Provincia), chiederà con forza al Governo nazionale di riportare in vita l’ordinanza di protezione civile per l’emergenza traffico a Messina. Un’emergenza che non è mai finita, anzi per certi aspetti si è aggravata, ma contro la quale non si può più far ricorso ai poteri speciali che erano stati concessi al sindaco. Non sono facili le decisioni in materia. Da una parte, c’è la cittadinanza che chiede vivibilità e garanzie di sicurezza che attualmente non ci sono. I Tir continuano a transitare nel centro urbano, a volte sul Boccetta e su viale della Libertà tornano immagini che sembravano dimenticate, mentre via La Farina e viale Europa sono strangolate dal peso dei “bisonti della strada”. Proprio oggi, su iniziativa del Comitato “La Nostra Città”, si terrà un sit-in davanti alla sede dell’Autorità portuale, in via Vittorio Emanuele, e nell’occasione sarà dato il via a una petizione popolare «per liberare la Rada di San Francesco». Nel documento, a sostegno della raccolta di firme, si chiede «il ritiro di ogni bando per il rinnovo della concessione o affidamento diretto a “società portuali”, “imprese portuali” o di vettori di altro tipo, per attività di traghettamento. La pluridecennale concessione assegnata sempre allo stesso gruppo societario, contro ogni legge dello Stato e della Comunità europea, con la scadenza del prossimo settembre 2013 non potrà e non dovrà essere più rinnovata. La tutela della sicurezza e della salute impone l’immediato ripristino della zona dell’ex Chalet a mare con il divieto assoluto di transito per il gommato pesante e leggero che dovrà essere trasferito in altro sito». Dall’altra parte, però, ci sono le esigenze irrinunciabili di assicurare il collegamento marittimo tra Messina e la sponda calabra e, elemento non trascurabile in una fase così drammatica dal punto di vista economico-sociale, di tutelare il posto di lavoro dei dipendenti delle società che operano nel settore. La Rada non può non essere liberata e riconvertita, ma bisogna fare in modo che Tremestieri sia in grado di assorbire interamente i flussi di traffico che oggi vengono dirottati parzialmente verso gli imbarcaderi privati. «Chiudere oggi San Francesco, significa determinare lo spostamento delle attività di traghettamento in altre città e provocare inevitabili conseguenze sul piano occupazionale», è il ragionamento fatto ad alta voce dal presidente De Simone. «Io, pur non messinese, –aggiunge –sono il primo a volere la città liberata da questa schiavitù, e ciò avverrà quando a Tremestieri gli approdi saranno fruibili». Per questo, il presidente dell’Authority mostra cauto ottimismo in riferimento allo stato di avanzamento dei lavori di sistemazione della diga e di ripristino della funzionalità della doppia invasatura. Entro la fine dell’anno Tremestieri potrebbe tornare ai livelli del 2006-2007, ai primi mesi di attuazione dell’ordinanza, quando veniva smaltito più dell’ottanta per cento del traffico dei Tir. Ma anche questo passo non è sufficiente: occorre far di tutto per sbloccare dall’impasse l’avvio del cantiere del vero porto di Tremestieri (con annessa piattaforma logistica), perché altrimenti l’emergenza resterebbe sempre dietro l’angolo. E anche la pazienza dei messinesi, alla fine, ha un limite.

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