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Incappucciati, indaga
la polizia postale

“Nu videmu sabato”. Una frase di un colloquio inquietante intercettato tra un “anonimo” e una ragazzina tranquilla che si vede accerchiata e minacciata. È solo uno degli aspetti della storia degli “incappucciati” che ormai da giorni tiene banco in città e ha destato più d’una preoccupazione sia tra i ragazzi sia tra i loro genitori, e anche tra i professori. Lo scenario privilegiato è il web, con facebook e Ask.fm, ovvero un canale attraverso cui ricevere e porgere domande, previa registrazione. In concreto si tratta di una concatenazione di una serie di fatti gravi che hanno sostanzialmente due scenari, ovvero la scuola e le piazze del sabato sera. Una serie di fatti gravi che ormai da alcune settimane proseguono su più fronti con al centro sempre questo gruppo di “incappucciati” misto, ovvero composto da ragazzi e ragazze che frequentano forse più scuole cittadine. Una ragazza è stata pesantemente picchiata nelle scorse settimane, un’altra è stata costantemente minacciata prima a scuola e poi sui social network, le amiche che si sono schierate in sua difesa sono oggetto di intimidazioni costanti. È stata presentata una dettagliata denuncia, si deve andare fino in fondo. In concreto una studentessa della scuola media Mazzini sarebbe stata picchiata nei pressi di piazza Duomo e una del liceo scientifico Seguenza sarebbe stata ferita di striscio con una coltellata, proprio sotto casa. Ma la persecuzione non finisce a scuola perché, spesso, l’appendice è stata rappresentata nelle scorse settimane da forti contrapposizioni fisiche nelle cosiddette piazze del sabato sera, per esempio a Cairoli o al Duomo. Ci sono una serie di accertamenti a largo raggio da parte di polizia e carabinieri in questi ultimi giorni, perché il livello d’attenzione è salito. Sono stati sentiti a lungo alcuni ragazzi che sui social network hanno pubblicato post o considerazioni specifiche, facendo magari intendere di aver individuato uno o più “incappucciati”. E adesso anche la Polizia postale si sta interessando alla vicenda, per fare chiarezza sulla ragnatela di contatti tra i vari computer che sarebbero stati monitorati nelle scorse settimane e che conterrebbero una serie di conversazioni ritenute interessanti per comprendere modus operandi e luoghi dove agiscono gli “incappucciati”. Una cosa è sicura. Il sabato sera è necessario che ci siano nei luoghi “caldi” della città, che vedono migliaia di ragazzi interagire con i propri coetannei, molti più controlli da parte di polizia e carabinieri, anche con presenze discrete e non eclatanti. Non può essere infatti una “presenza a singhiozzo” la loro, solo quando c’è un allarme. Dev’essere costante, e per sempre.

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