Accadono fatti inquietanti che spezzano la coltre della “c a lma apparente” di una città che tende a nascondere le sue magagne. Il sabato pomeriggio è diventato un concentrato di intimidazioni, di risse, di minacce più o meno velate, di atti di bullismo, che spesso degenerano. Ed è quanto avvenuto a piazza Cairoli, secondo quanto raccontato da molti testimoni ma non confermato dalle forze dell’ordine. Verso le 18, vicino a uno dei chioschi della piazza, per i soliti “futili motivi” un ragazzo avrebbe inferto quattro colpi all’a d d ome a un giovane, che è stato soccorso e trasportato in ospedale. La vittima non verserebbe in gravi condizioni. L’a u t ore del gesto, sembra un quindicenne, sarebbe stato fermato dai carabinieri, dopo la segnalazione di un agente della polizia municipale, ed è stato “affidato” al Tribunale dei minorenni. Una vicenda che s’intreccia con un’altra, ancora più oscura e inquietante, rilanciata dal “tam tam” dei social network, diventati ormai come “m u r ales” dove trionfa il “sentito dire” e si propagano le notizie non suffragate dai fatti, che però diventando di dominio pubblico, è come fossero realmente accadute. Si vocifera di due giovani “incappucciati” (sarebbero addirittura due ragazze) che seminano il terrore nella zona di piazza Duomo, intimidendo e colpendo con violenza loro coetanei, altre studentesse che frequentano i licei del centro. Anche in questo caso nessuna conferma ufficiale, nessun intervento riportato nei “mattinali” della polizia e dei carabinieri, nessun provvedimento se non le “voci” che si rincorrono, i “post” taggati da tredicenni, quindicenni o sedicenni che rilanciano le loro paure, che vogliono conoscere i nomi, che chiedono di sapere a quale istituto appartengono le vittime e i “carnefici”. I ragazzi sanno molto più, e molto prima, di chi cerca di indagare e di raccontare i fatti. Ma le vicende, così amplificate, diventano altro. E non si capisce più dove sta la verità. Che il sabato sera, a Messina come in mille altre città, sia da “allarme rosso”, non è certo una novità. I livelli di guardia, spesso, sono stati superati. Ricordiamo risse furibonde avvenute a piazza Cairoli, spente solo grazie all’i n t e rvento di polizia e carabinieri. Ricordiamo ferimenti e atti di bullismo, con ragazzini costretti a “cedere” il loro telefonino, orologio o gli spiccioli contenuti nel portafoglio, perché minacciati da “bande” di quasi coetanei. E non ci soffermiamo, in questa sede, su quanto accade all’interno dei locali, durante le serate “d isco” bagnate da fiumi di alcol mescolato con “strane pasticche”. La situazione dell’ordine pubblico è monitorata costantemente, come confermato dal questore Carmelo Gugliotta. I dati non sembrano confermare un peggioramento dei livelli di sicurezza, ma è un’escalation di piccoli gesti che possono poi sfociare in veri e propri atti criminali. E il “giallo” degli “incappucciati” ne potrebbe nascondere aspetti ben più inquietanti.
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