“Park Sillks Hotel, Messina - Italia. Apertura Luglio 2016”. La brochure parla chiaro (in inglese): c’è anche la città dello Stretto nei programmi di sviluppo della neonata compagnia alberghiera Sillks International, che sta progettando di realizzare sul litorale nord un mega albergo. Ma cosa ci fa Messina accanto a località del calibro di Alassio (apertura nel 2015), Praga (2016), o ancora Costa Smeralda (ottobre prossimo), Cina, Georgia e Kazakistan? La notizia è ancora top secret, ma a rivelarcela in esclusiva è lo stesso amministratore delegato e fondatore del gruppo internazionale, Francesco Borrello. «Appena ho visto la richiesta di informazioni proveniente da Gazzetta del Sud – ci racconta al telefono dalla sede centrale della compagnia, nella Commercial Tower di Hong Kong – non ho potuto non rispondervi: è stato il cuore a comandarmelo, visto che fino a 17 anni ogni mattina leggevo il vostro giornale». Borrello, infatti, è nato il 21 settembre 1958 a S. Agata di Esaro, piccolo centro di duemila anime in provincia di Cosenza. Ma dal Parco del Pollino al grande business il passo non è stato breve: in mezzo ci sono stati 35 anni di esperienze in 17 paesi, racchiusi in un curriculum zeppo di grandi nomi dell’eccellenza alberghiera. Fino, appunto, al salto di qualità nel 2012 con la creazione di un gruppo tutto suo, il Sillks International Hotel Groups, che ha appena inaugurato un ufficio a Londra per coordinare i progetti in Europa, Africa e Medio Oriente: una ventina di strutture immaginate tra Dubai, Marocco, Arabia Saudita, Cina, Indonesia, Australia, Malesia, Germania e Russia. Ma il cuore della grande operazione nostrana non batte solo sulla punta dello Stivale: scopriamo infatti che anche gli investitori sono meridionali; anzi di più: si tratta infatti di una famiglia di italoamericani di seconda generazione, emigrati anni fa negli Usa proprio da Messina (che al momento preferiscono però mantenere il più stretto riserbo). Ecco la ragione che li ha indotti a programmare un investimento da ben 50 milioni di euro sul nostro territorio, una scelta di passione, ma ovviamente anche di convenienza economica, fondata su precisi studi di fattibilità. «Avevamo pensato anche a Catania, non lontano dai campi da golf – rivela Borrello – ma il percorso non è stato agevole, così abbiamo optato per Messina. Io stesso ci sono stato nei mesi scorsi per un sopralluogo sull’area, e devo dire che sono rimasto incantato dal panorama: la vista mozzafiato dello Stretto e la Calabria, che in quel giorno di sole sembrava così vicina da poterla toccare». Il terreno è già stato acquistato: si tratta di circa 200.000 metri quadri sui quali sorgerà l’edificio ultramoderno da 14 piani, in corso di progettazione da parte di un team internazionale di architettura. Previste 250 camere da 50 metri quadri, dotate di ogni comfort: la struttura sarà infatti un 4 stelle lusso, destinata al mondo del business, ma non solo. Si immaginano infatti, oltre a campi da tennis e piscina, anche una grande spa in stile orientale e un centro congressi, mentre una delle novità sarà la possibilità di effettuare il check-in automatico nel quadro di un alto livello di tecnologia a disposizione dei clienti. «Messina è un luogo interessante –continua Borriello (e noi non crediamo alle nostre orecchie, ndc) – oltre ad essere un’importante città siciliana. E poi, per ora investire in Italia costa poco». Secondo i programmi della compagnia, i lavori potrebbero iniziare tra sei mesi e, come conferma l’amministratore delegato, se l’impresa di costruzioni verrà dal nord Italia, locale invece sarà la manodopera edile impiegata nella costruzione, ma anche la forza lavoro, circa 250 persone, che servirà alla gestione della grande struttura e sarà appositamente formata. Una grande occasione per il nostro territorio, che deve essere capace di coglierla positivamente, inserendosi appieno nei circuiti del turismo internazionale con tutte le carte in regola: un grosso investimento finanziario, un “corredo” naturale di straordinaria bellezza, ma anche le infrastrutture che sono gravemente deficitarie e che di certo non possono essere demandate all’iniziativa privata. Con l’auspicio che, ovviamente, il percorso sia soddisfacente – per chi investe e per la comunità locale – sotto ogni profilo: amministrativo, ambientale, occupazionale. Dunque, tornando con i piedi per terra, c’è ancora qualcuno che considera Messina un posto per vivi, e non la tomba di ogni idea(le), dove tutto ciò che è nuovo spaventa e ciò che è vecchio conforta. Dove si sprecano le poche risorse e poi se ne lamenta l’assenza, dove ci si sveglia dal torpore solo per impedire che qualcosa si muova, dove nessuno fa nulla e non lascia fare nulla nemmeno agli altri. Intanto, dopo la ormai quotidiana, provvidenziale “invasione” di migliaia di croceristi – e nell’attesa che finalmente l’economia locale se ne accorga davvero – la Fata Morgana sembra avere compiuto un altro dei suoi magici prodigi. Purché questa fantastica città al rovescio, dove tutto funziona bene e si vive di turismo, non svanisca fra le nuvole grigie, con le prime luci dell’alba.
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