L’avevano preannunziato all’indomani dello sgombero dei locali del Teatro in Fiera: «Il contagio dilaga, la mobilitazione continua, non ci fermeremo». E così ragazze e ragazzi dell’autoproclamata “Repubblica del Pinelli” (in realtà il movimento è collegato al fenomeno internazionale culminato con le manifestazioni di “Occupy Wall Street” e con le occupazioni di molti Teatri ed edifici pubblici in Italia e in Europa) si sono dati appuntamento ieri sera in via Consolato del Mare, di fronte a Palazzo Zanca. E lì, forzando i cancelli, hanno “preso possesso” della Galleria del palazzo Ina-Inps, pregevole opera liberty dell’architetto Peressutti. Anche in questo caso, come in quello del Teatro in Fiera, vi è alle spalle la storia di un bene pubblico abbandonato, lasciato nel degrado da decenni, nonostante le innumerevoli denunce, le centinaia di articoli e di servizi giornalistici, le interrogazioni di consiglieri comunali. Tra le ultime prese di posizione ufficiali vi è quella del presidente del consiglio comunale Pippo Previti che, nel gennaio del 2011, scrisse una lettera ai vertici nazionali e alla direzione messinese dell’Inps, denunciando le condizioni vergognose nelle quali la Galleria – «prezioso scrigno purtroppo non fruibile da troppo tempo» – versava. «Molte volte – sottolineava Previti – sono stati esperiti vari tentativi per aprirla, cercando di mettere d’accordo i vari proprietari, ma a tutt’oggi assistiamo a uno spettacolo degradante. Pedane in legno, bidoni vuoti, rifiuti vari, resti di lavori effettati in qualche ufficio o appartamento ma poi lasciati lì a far bella vista di sè. Oltre la Galleria, le due belle fontane esterne restano prive dei loro naturali giochi d’acqua. Per chi ama la città vedere quotidianamente questo spettacolo è una sofferenza continua. Un pugno tremendo allo stomaco. Eppure, se si vuole – continuava Previti –, con un minimo impiego di risorse economiche, si potrebbe fruire di questo pregevole gioiello architettonico».
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