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Messina pronta
a chiedere prestito
salva comuni

Adesso la palla passa al Ministero dell’Interno che dovrà decidere se   Messina ha le carte in regola per ottenere il prestito di circa 50milioni di euro del fondo di rotazione previsto dal governo nell’ambito della legge Salva Comuni e a cui è strettamente legato l’altro sostegno, quello della Regione di circa 33milioni di euro  per il quale si è impegnato personalmente il presidente Crocetta. Il consiglio comunale ha approvato ieri, ultimo giorno utile, il  piano di riequilibrio finanziario pluriennale, che adesso dovrà essere sottoposto entro 10 giorni al controllo della Corte dei Conti e quindi della Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti Locali. Il piano predisposto dal ragioniere generale Ferdinando Coglitore, e dal dirigente del dipartimento programmazione, bilancio ed entrate Giovanni Di Leo, prevede che, in dieci anni, attraverso le misure correttive, il comune, a fronte di potenziali passività per oltre 392milioni di euro, riesca persino a determinare un attivo di oltre 46milioni di euro. Le maggiori entrate tributarie si riferiscono all'incremento dell'aliquota IMU e all'introduzione della Tares. Durante la seduta è emerso che l’imposta Imu applicata nel 2012 ha permesso di introitare  oltre 5 milioni di euro e nel piano è stata prevista una maggiore entrata di oltre 21 milioni di euro nei primi 5 anni. La Tares, la nuova tassa sui rifiuti, determinerà, invece, una maggiore entrata nel decennio di quasi  95milioni di euro. Per i servizi pubblici a domanda individuale è stata prevista una maggiore entrata di oltre 35milioni di euro.  Per la riduzione del costo del personale  invece una minore spesa nel decennio, di oltre 25 milioni di euro, infatti ben 732 dipendenti saranno collocati in pensione per raggiunto limite di età. Il turn over verrà assicurato con economie che si realizzeranno per i collocamenti a riposo per anzianità. Sono stati previsti inoltre minori costi per fitti passivi per  1milione150mila euro, la riduzione di costi dei servizi del 10 per cento per 58milioni di euro; minori spese per ammortamento dei mutui che cesseranno nel decennio per oltre 12milioni di euro e l'alienazione di immobili, per la quale però dovrà essere elaborato un nuovo piano di dismissioni.

 

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