È una partita che ormai si gioca sul filo dei mesi, delle settimane. Che sia questa “messa in sicurezza” l’intervento più urgente da effettuare a Messina, anzi sull’intera autostrada siciliana, non vi è nessuno che non lo pensi, che non lo condivida nel modo più convinto. Ma nel campo della protezione civile, in cui la prevenzione del rischio sismico che affligge impalcati e pilastri del viadotto Ritiro pienamente rientra, esistono diversi gradi, livelli, del concetto di urgenza. Sta qui l’unica differenza tra le conclusioni a cui è arrivato il Tavolo istituzionale riunitosi alcuni giorni fa a Palermo, quasi unanime nella condivisione di una “procedura negoziale ristretta” che comunque, per il sospirato miglioramento urgente delle condizioni del viadotto, dimezzerà i tempi di un appalto ordinario, e quelle più drastiche dell’ingegnere capo del Genio Civile, Gaetano
Sciacca, a giudizio del quale, «in base a quanto già scritto dal mio ufficio e dall’Università, anche un affidamento diretto avrebbe potuto trovare giustificazione».