Un’istituzione che va via per un decreto «assurdo», «insensato» così l’hanno definito quanti si sono erti a paladini perché il tribunale di Mistretta continuasse a svolgere quel ruolo di legalità legato ad un territorio dalle «profonde radici mafiose» anche se col tempo il contrasto alla criminalità, alla mafia dei pascoli imperante a cavallo degli Anni 60, è stato quasi debellato. La chiusura di Mistretta porterà tragiche conseguenze per un territorio vastissimo: sono 8 i comuni del comprensorio che ne subiranno le conseguenze. Un hinterland sempre più impoverito e umiliato da una classe politica assente. Non sono servite a nulla le azioni di protesta che hanno visto la determinazione e la tenacia delle amministrazioni comunali del territorio e dell’Ordine forense cittadino. Dai consigli comunali «aperti» agli incontri romani sino ad arrivare all’ultima ed eclatante manifestazione di popolo cheha sancito in modo secco «il tribunale non si tocca».
È mancato, in tutta questa vicenda,
un interlocutore valido, capace
di ascoltare e recepire le sacrosante
esigenze di un territorio
che così facendo diventerà sempre
più periferia. Alcune volte le carte
geografiche non servono. Da Termini
Imerese sino a Patti e addentrandoci
nell’entroterra dell’isola,
sino ad arrivare ad Enna, il vuoto.
Caricamento commenti
Commenta la notizia