Rischio sospensione idrica per tredici comuni della provincia di Messina. A determinarlo potrebbe essere la grave crisi finanziaria dell’Ente Acquedotti Siciliani, in liquidazione ormai da otto anni e sommerso dai debiti che hanno raggiunto i 400 milioni di euro, sommata all'impossibilità dei comuni di coprire l'importo dovuto al trasferimento dell'acqua e sopperire alle mancanze pefino con l'ordinaria manutenzione delle condutture. Quarantacinque i comuni siciliani riforniti dalla Eas, come detto tredici nel Messinese: Casalvecchio Siculo, Cesarò, Furnari, Gaggi, Mazzarà S. Andrea, Merì, Motta d’Affermo, Roccavaldina, S. Teodoro, Savoca, Tusa, Valdina e Venetico.
Particolarmente complessa la situazione di Cesarò, paese rimasto senz’acqua per parecchi giorni. L'Amministrazione, per ovviare a tale disagio, ha dovuto provvedere urgentemente al ripristino del guasto alla rete di adduzione e al rifornimento dei serbatoi idrici utilizzando delle autobotti, accollandosi così ulteriori spese che gravano sulle casse comunali. Sull'argomento è intervenuto il capogruppo dell'Udc alla Provincia, Saro Sidoti, che ha scritto al presidente dell'ente Ricevuto chiedendo al capo dell'esecutivo di farsi portatore delle problematiche dei comuni e capire cosa ha ridotto all’immobilismo l’ Eas.