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Resurrezione di Lazzaro
completata a Roma
l'opera di restauro

Cupa, inquietante, con straordinari bagliori di luce, la grande tela della Resurrezione di Lazzaro, dipinta da Caravaggio nel sofferto periodo messinese (1608-1609), è tornata alle originarie cromie dopo il complesso intervento di restauro compiuto nei laboratori romani dell'Istituto Superiore Centrale del Restauro. L'opera, prima di fare ritorno al Museo Regionale di Messina, dove è conservata, sarà esposta da domani al 15 luglio al Museo di Roma di Palazzo Braschi in un allestimento che racconta il minuzioso intervento di salvaguardia, le scoperte, l'uso di materiali innovativi per proteggerla nei prossimi decenni. Presentati oggi alla stampa, i risultati del restauro (iniziato lo scorso novembre) aprono uno squarcio sul monumentale dipinto, sopravvissuto anche al terremoto del 1908, ma nei secoli messo a rischio dalla sua stessa struttura. "Il colore scuro dell'intero impianto dell'opera - spiega Anna Marcone dell'Iscr che ha eseguito il restauro - è stato la sua prima disgrazia. Nei secoli hanno fatto di tutto per schiarirlo e la Resurrezione ne ha ovviamente risentito". L'intervento, che arriva a oltre 60 anni da quello compiuto da Cesare Brandi, ha quindi permesso di approfondire la conoscenza sulle tecniche usate dal Merisi in quell'ultimo tragico periodo della sua vita, in fuga tra Malta e la Sicilia.
 

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