Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Le elezioni a Messina e quel filo che lega le “baionette” di Masaniello al “sindaco gentile”

De Luca e Basile: «Vince la città. È la vittoria del buon governo e della competenza»

«Riprenderemo esattamente dal punto dove avevamo lasciato». Federico Basile ieri ha staccato la spina, per 24 ore, prima di rigettarsi nella mischia, dopo quattro mesi di campagna elettorale. L’ex direttore generale torna a Palazzo Zanca da sindaco. E sa già cosa farà dal momento in cui avverrà la proclamazione: «Tutti ai nostri posti, gli assessori designati, la squadra che ha amministrato negli ultimi tre anni e mezzo, ma anche con tante idee nuove». E un entusiasmo straripante, per un successo che è andato al di là delle più rosee aspettative, anche se il mantra della squadra di Sicilia Vera è stato, soprattutto nelle ultime settimane, «primo turno, niente ballottaggio».

«Ha vinto Messina», dice Federico Basile. «Ha vinto Messina», fa eco Cateno De Luca. Ma il vecchio e il nuovo sindaco ribadiscono che «è l’affermazione del buon governo, della competenza e della legalità». De Luca e i suoi contestano duramente la narrazione mediatica di chi li dipinge ancora come un esercito guidato da un Masaniello e composto da soldati chiamati a eseguire ogni ordine del loro “comandante”. Durante la campagna elettorale Basile lo ha ripetuto spesso: «Io sono la prova vivente di quanto sia falsa questa tesi. Non si vuole accettare il fatto che De Luca, al di là dei suoi toni e dei suoi modi, è uno dei pochissimi politici siciliani in grado di creare classi dirigenti. E dovunque è passato lui, restano poi amministratori onesti e competenti».

E il prof. Enzo Caruso, che nella Giunta Basile tornerà a fare l’assessore alla Cultura, paragona quella che definisce la «rivoluzione in atto» a pagine storiche di “risorgimento siciliano”: «Come i Vespri, la Rivolta anti-spagnola, i Moti del ’48, 30.000 messinesi ritrovano l’orgoglio dei loro padri e sparigliano gli eserciti “regolari”. Messina si riprende il ruolo di protagonista della storia geopolitica e consegna la città al “sindaco gentile” Federico Basile. Cateno De Luca – spiega Caruso –, col suo “assalto alla baionetta”, vince la sfida assieme al popolo sovrano che non si è lasciato irretire dai giochi e dalle manovre della vecchia e obsoleta politica dei baroni. Tutto ciò che aveva predetto si è avverato, passo dopo passo: giocando d’anticipo con le sue dimissioni, ha evitato che le elezioni regionali e poi nazionali condizionassero il futuro di Messina nel 2023; facendo dimettere l’intera Giunta, con una perfetta tempistica, opportunamente calcolata, ha costretto Musumeci a nominare subito un commissario e a inserire Messina nella tornata elettorale del 12 giugno, con un commissariamento di soli 3 mesi, senza la possibilità di demolire quanto fatto. Ha sparigliato gli equilibri e soprattutto, da bravo manager, ha scommesso sul rischio d’impresa e ha vinto». E poi la citazione storica: «Fatti precorrendo e idee, Messina inizia qui il Risorgimento italiano».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina 

Caricamento commenti

Commenta la notizia