Quella di Salvo è la storia di un bambino sporco di farina che sognava nel laboratorio di papà Tommaso, maestro panificatore e figlio d'arte anch'esso, di poter esportare quell'arte panaria in tutto il mondo.
La prima tappa è il punto vendita in centro a Messina, il grande salto avviene però nella big city dove la focaccia messinese, ma anche arancini, cannoli e granite stuzzicano il palato dei milanesi. La nota al merito arriva quasi per caso con la notifica di un e-mail dalla rivista di Forbes, l'incredulità prende il sopravvento, ma la realtà recita che quel bambino sporco di farina, figlio di una terra baciata dal vento e dal sole, oggi è tra i migliori under 30 innovatori del panorama italiana.
Abbiamo incontrato il diretto interessato Salvo Cannata direttamente a Milano , da "I Compari Sicily for Life"
Sei stato insignito tra gli under 30 innovatori sulla rivista Forbes. Qual è la soddisfazione nell'aver portato i sapori della tua terra a Milano, facendoti notare anche da un'importante rivista di settore?
"É stata veramente una grande soddisfazione, un sogno per me perché ho sempre seguito Forbes. Ero un abbonato da tanti anni, una rivista che seguo sempre con molto piacere e quando mi hanno contattato dicendo vorremmo proporti come uno degli under 30 di quest'anno è stato veramente un onore. Poi ovviamente ho dovuto inviare tutti i vari documenti, spiegando quello che è stato il mio percorso e i progetti a cui ho contribuito."
Il cognome Cannata a Milano non dice molto, però a Messina non esiste cittadino che non conosca la vostra focaccia. L'idea vincente è stata sicuramente quella di esportare la tradizione culinaria siciliana e messinese, ma mantenere lo standard qualitativo anche qui a Milano, così alto quanto è stato difficile?
"L'innovazione è partita già da Messina perché una volta finita la scuola gli studi a diciotto anni volevo intraprendere già un percorso imprenditoriale, ovviamente legato all'azienda familiare, quindi ho deciso di aprire in autonomia un punto vendita in centro in via XXVII luglio e anche questo ci ha dato tantissimo."
É stato il passaggio dalla focacceria, ad un panificio più pregiato che ha puntato forte sui grani antichi con una ricerca molto più attenta.
"Attenzione, ma anche qualità per quanto riguarda il servizio catering che per noi marchio Cannata è stata comunque una novità assoluta e poi essendo comunque giovane avevo il desiderio, credendo soprattutto tanto nel nel mio prodotto, di interfacciarmi con una realtà un po più grande quindi e poi... e arrivato il resto"
Inizialmente qual è stato l'impatto con Milano? Una città modaiola, molto più attenta al dettaglio probabilmente rispetto a Messina dove invece prediligiamo sapori.
Non è stata una grande sfida per noi perché anche giù abbiamo sempre cercato di avere un occhio attento sui dettagli, dal packaging più particolare da dare al cliente, al tovagliolo con il nostro marchio, abbiamo sempre cercato di dare anche un'importanza rilevante al dettaglio, perché anche quello fa la differenza. Poi ovviamente il fondamentale è il prodotto, la qualità, il sapore.
Milano è una città strapiena di siciliani e messinesi che sicuramente avranno voluto anche testare la vostra focaccia, ma invece i milanesi a cosa sono rimasti più affezionati?
Sì, tanti messinesi sono venuti a testare i nostri prodotti tipici, ed evidentemente era tutto buono, perché si sono fidelizzati come nostri clienti anche loro.
Ma devo dire che la nostra clientela è molto vasta. Tantissimi milanesi sono diventati proprio clienti affezionati e apprezzano tantissimo la focaccia alla messinese con tuma e acciughe. Perché magari l'arancino lo puoi trovare, lo puoi assaggiare. Ci sono locali gestiti da catanesi, palermitani che comunque promuovono lo street food, ma la focaccia messinese è stata veramente una novità qui a Milano.
Vi presentate a Milano come "Cannata Sicilian Bakery", poi la trasformazione in "I compari Sicily for Life" , probabilmente perché c'è un progetto più ampio alle spalle...
Dopo un anno dalla nostra apertura, già con comunque tante soddisfazioni, ci è stato proposto un progetto di espansione e lo abbiamo accolto a braccia aperte perché venire qui a Milano non era limitato a un punto vendita, ma ad un progetto più grande frenato inevitabilmente anche dal fattore covid.
È stata una sfida ancora più grande riuscire a portare qui la vostra attività in un periodo così difficile, con i costi nel mantenere un locale in questa zona di Milano. Superare quello scoglio è stato come levare il tappo allo champagne...
Sì, poi questa è una zona residenziale di Milano, quindi in questo format nuovo abbiamo inserito dei prodotti non tipici dei Cannata, ci siamo reinventati anche nella granita e nei cannoli, nella parte bar diciamo e pasticceria. Sempre a livello panario e ci siamo presi tante soddisfazioni fidelizzando il cliente anche in quel periodo devo dire che abbiamo lavorato tanto.
Non è strano vedere qua al tavolo anche persone influenti come calciatori, modelle stilisti. Questo pensi abbia aiutato anche il passaparola?
Assolutamente sì. Penso sia sicuramente una bella pubblicità, è una bella immagine che comunque ha il locale. Ovviamente chi viene, viene per una qualità del prodotto. In più siamo fortunati perché la maggior parte sono tutti i nostri amici, quindi è stato semplice.
Progetti futuri?
Abbiamo sempre in progetto di aprire nuovi punti vendita, ma ancora é prematuro dire altro
Quando eri bambino e giocavi nel laboratorio di tuo padre, pensavi già di fare questo nella vita? O avevi Altre ambizioni?
Assolutamente sì, perché ho sempre visto i grandi sacrifici che mio padre ha fatto, la sua passione. I sacrifici lavorando li facciamo tutti. Però lui ha sempre avuto una passione che mi ha affascinato. Lui è un artista, io sono un po più bravo nella parte del business, però insieme riusciamo a fare un'ottima combo. Sì, da piccolino dicevo sempre al mio papà che dovevamo fare "Cannata in the world" , speriamo anche ad oggi che non resti solo un desiderio...
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