C'era una volta il "Baby Park" di Messina, i ricordi e le emozioni dell'ex proprietario Arturo Vanfiori
In questo sabato mattina d'inverno accennato il grigioferro spezzato del cielo addensa le sue nubi affogate anche sui nostri ricordi sfioriti. Arturo Vanfiori con i suoi meravigliosi quasi novant’anni s’è seduto su quella panchina superstite in uno dei vialetti del Baby Park, di quello che resta del Baby Park, tra giostre smontate e cemento di piazzole affossate. Qualche statua resiste fedelmente al tempo e al luogo, l’erba è un po’ alta ovunque, la solitaria macchina rossa di un autoscontro che fu elettrico ora è coperta da un telo, minaccia di piovere. Il futuro di questo giardino ormai abbandonato ora è un’incognita. Erano rimaste tre proposte in gara per ricominciare, e l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto stava predisponendo le convocazioni della conferenza di servizi per valutarle. Ma nel frattempo Terna Spa, il colosso dell’energia, ha presentato una richiesta di concessione per realizzare una variante del collegamento elettrico “Sorgente-Rizziconi”. E ora l’ASdP sta studiando per capire l’impatto di questo impianto. Eppure per cinquant’anni questo balcone sul nostro mare ventoso, colorato di giochi, è stato il paradiso per migliaia di bambini e ragazzi. Ce lo ricordiamo tutti. Tutti. Adesso è come tuffarsi con lui nei ricordi di famiglia, tra i gettoni di plastica e le domeniche. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina