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Giuseppe Fiorito, dalla polvere dei campi di periferia alla corte di chef Cannavacciuolo

Dalla polvere dei campi di provincia a quella delle cantine... stellate.  La storia di Giuseppe Fiorito, messinese classe '93,  è piena di sogni e ambizioni. Il prossimo step è il ristorante stellato "Villa Crespi" di chef Antonino Cannavacciuolo, dove andrà a ricoprire il ruolo di sommelier in uno dei relais chateaux più conosciuti del Belpaese, dopo aver maturato l'esperienza, importante, di head sommelier e wine manager al Therasia Resort di Vulcano.

Facendo un passaggio a ritroso, a dir la verità, c'è tanto altro da raccontare, partendo dal tragico incidente nel quale è rimasto coinvolto. E’ il 2011, il giovanissimo portiere, allora del Città di Messinaha appena aperto gli occhi, cerca il telefonino e scopre di essere circondato da un affetto incredibile. Dietro il vetro del reparto di Rianimazione duecento persone pregano, esultano, piangono, ma finalmente di gioia. “Probabilmente senza quel calore non sarei qui a raccontarlo. Sono stati momenti duri, soprattutto per loro. Io ricordo lo schianto e poi il lettino d’ospedale, a chi mi è stato accanto, invece, è toccata la parte peggiore”.

Acqua passata, o meglio vino, perché Giuseppe, come forse non lo hai mai chiamato nemmeno la mamma, ad appena 27 anni è già un affermato sommelier: “Quando non entrai a fisioterapia, mi iscrissi a scienze enogastronomiche, quasi per caso poiché le materie del primo anno erano propedeutiche per riprovare i test l'anno successivo. Dopo la laurea, ho preso la certificazione professionale a tutti e tre i livelli”. Parte lì una scalata costante e inarrestabile: “Ho lavorato in un’azienda vinicola, seguivo l’intera filiera dal grappolo d’uva alla messa in vendita della bottiglia”. La tappa successiva è il Therasia Resort, eccellenza su sfondo eoliano, passerella ideale per le vacanze di star e vip: “Inizialmente ero l’assistente del food and beverage manager Andrea Prizzi. Lo considero tuttora il mio maestro". E tanti vip conosciuti: "A Vulcano, ho conosciuto Diletta Leotta, uscì dalla piscina e tutti si girarono a guardarla. Che spettacolo...”.

E ancora: “Con il capitano Daniele De Rossi organizzammo uno scherzo ai miei amici del Fantacalcio”. Genuinità al potere, sebbene la portata principale resti un’altra: Will Smith, una persona eccezionale. Arrivò e si presentò, dimostrando un’umiltà rara. Gli dissi che lo conoscevo, quasi si sorprese e mi abbracciò. Alloggiava su uno yacht gigantesco, che cambiava colore, eppure si comportava da ragazzo della porta accanto. Il vero principe di Bel Air. Ammise, e mi inorgoglì, di aver bevuto in Sicilia il vino migliore in assoluto”.

Formazione costante e l’obiettivo, non troppo nascosto, di puntare in alto: “Per conoscere il vino devi berne. L’esercizio è fondamentale, funziona allo stesso modo dei balzi per un portiere”. Così il viaggio diventa lavoro, calice in valigia alla ricerca di emozioni e novità: “Ho girato tutta la Regione, con lo scopo di rafforzare il mio background culturale e rimanere aggiornato, dunque mi sono spostato all’estero”. Francia, Bordeaux: “Un’esperienza mistica, sensoriale. Comprendi quanto possa pesare un alimento all’interno del tessuto di un Paese”.

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