Era una bella penna e un grande affabulatore di storie, miti e leggende Giuseppe Sanò, l'ex consigliere di quartiere scomparso prematuramente l'11 maggio scorso e al quale è stata dedicata recentemente una manifestazione nella sua amata Torre Faro.
E sapeva creare un attaccamento a quei luoghi dove è cresciuto , che lui amava profondamente, con una naturalezza che pochi possono vantare.
«Forza, stressiamo. Abbiamo storia. Danno ambientale. Turismo», diceva con il suo sorriso bonario, spingendo però all'azione, quando per la prima volta con la "Gazzetta" ci siamo occupati di "Forte Spuria", il “semaforo” per gli anziani.
Un luogo a lui caro, non soltanto perché suo nonno è stato l'ultimo capoposto che segnalava alla fine del secolo scorso le navi in transito, ma perché quel pezzo di storia dimenticato e abbandonato, che si trova nella porzione di territorio alla fine della Panoramica, a Granatari, gridava, e grida riscatto.
Ed anche per questo Peppe, che ha cercato sempre di recuperare documenti storici utili, come quelli raccolti meticolosamente dall'assessore alla Cultura, Enzo Caruso, e senza pensarci due volte ha accolto con grande entusiasmo l' invito delle "Aquile dello Stretto", un gruppo formato da Davide Andaloro, Cristian Patania, Salvatore Grillo, Mario Boncoddo e Gerry Gullo che ha deciso di raccontare attraverso delle immagini le bellezze del nostro territorio. E proprio in questo ultimo video, pubblicato su youtube, riecheggia, commuovendo, tutta la passione di Giuseppe, che ha scritto il testo, interpretato dall'attore messinese Alessandro Lui.
«Forte Spuria – scrive Sanò portandoci a viaggiare e soprattutto a riflettere – si trova in una posizione che con il suo panorama è capace di causare ai fortunati spettatori la sindrome di Stendhal. Ma alle vertigini e alla tachicardia sono subentrate nausea, disgusto e rabbia. Abbiamo avuto la capacità di trasformare un luogo magico, che raccontava di antiche storie di telecomunicazioni ai tempi di Guglielmo Marconi, in una delle più grandi discariche abusive a cielo aperto».
Ed ecco i ricordi personali con occhi da testimone: «Avevo dimenticato quanto quel luogo fosse capace di suscitare forti emozioni. Subito riaffiorano i ricordi di una parte romantica della mia adolescenza, i primi baci, l’amore e le vecchie storie della mia famiglia raccontate da mio nonno, ultimo capoposto del semaforo. Oggi la spazzatura ha preso il posto dei ricordi e dell’antico sentiero che portava fino alla rotonda di Granatari».
Il video doveva essere pubblicato qualche mese fa, e si è scelto di dedicarlo, come ha spiegato l'animatore del gruppo, Gerry Gullo, proprio a Giuseppe Sanò.
«Cercheremo – si legge in un frame – rifugio nella bellezza e nella poesia come tu ci hai insegnato, guardando con occhi vivi quei luoghi che hai tanto amato e ora ripetono il tuo nome. Arrivederci Capitan Peloro!».
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