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Messina, una storia di degrado ed emarginazione nel rione Taormina

È una storia di degrado e solitudine quella di Salvatore Minutoli. Vive di espedienti ed elemosine in una delle casupole del rione Taormina. Poche stanze tutte invase da rifiuti, scarpe, vestiti e avanzi.

Quattro mura con dentro una situazione da terzo mondo, dove si può camminare soltanto facendo lo slalom tra ratti e zecche.

Salvatore non sa quanti anni ha, non sa quando è stato lasciato dalla moglie, ogni tanto viene preso di mira dai ragazzi del rione, ogni tanto ne dice di tutti i colori a chi prova a spronarlo a cambiare vita.

La sua vicenda è nota a tutti da tempo nel quartiere. I vicini tentano di aiutarlo come possono e negli anni hanno contattato vigili urbani, Asp, dipartimento ai servizi sociali e dipartimento all'igiene. Ma non cambia nulla, tutto rimane com'è anche perché Salvatore, nonostante i buoni propositi, da solo non può affatto farcela.

I medici hanno certificato che è capace di intendere e di volere, ma lui psicologicamente non riesce a venir fuori da questa situazione. Le istituzioni si muovono a tentoni, ma nessun intervento è mai risolutivo.

Gli assistenti sociali gli portano un pasto caldo al giorno, gli operatori del dipartimento igiene si sono limitati a gettare qualche bustina contro i topi fuori dalla sua casa. Nessuno che si sia mai preso la briga di sanificarla, da solo sarebbe impossibile. Il suo dirimpettaio Domenico Tripodo ha proposto ai residenti de quartiere di fare una colletta per per ripulirla, ma chiede l'aiuto di tutti, della Caritas, del Comune, di chi può, perché il suo gesto, se non affiancato dall'apporto concreto di tutte le istituzioni, sarebbe soltanto l'ennesimo. Inutile per chi vive senza una vita.

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