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Fondi Ue per Messina, il sindaco De Luca "occupa" i palazzi a Palermo

"Non accetto che il territorio siciliano subisca questa ruberia tentata prima dal governo nazionale a Cinque stelle ed ora riproposta dalla giunta Musumeci". Il sindaco di Messina, Cateno De Luca da oggi è in pianta stabile a Palermo dove minaccia azioni eclatanti a Palazzo d'Orleans e a Palazzo dei Normanni.

"Con la sentenza della Corte Costituzionale si conferma quali sono i confini della leale cooperazione tra i vari livelli istituzionali ovvero nei rapporti tra lo Stato, la Regioni e gli Enti locali. Nella sostanza si fa riferimento all'impugnativa che il primo Governo Conte, nel luglio del 2018 fece nei confronti di gran parte della Legge finanziaria della Regione siciliana. Tali fondi (404,5 milioni di euro) adesso sbloccati, sono stati stornati dalla Giunta Musumeci, che nell’attuale discussione della legge finanziaria, all’art. 5 chiede al Parlamento di utilizzarli per fronteggiare l’emergenza da Covid-19, nonostante ci sia oltre 1 miliardo di euro di fondi extra bilancio ancora non spesi e non programmati dalla legge di stabilità in discussione".

E ancora: "Non è vero che questi soldi sono l’unica ancora di salvezza per tamponare l’emergenza da Covid-19. Per questo ci sono altre risorse, e avrò modo di dimostrarlo. Nel caso specifico, per esempio, è da due anni che esistono 404,5 milioni di euro di fondi extra bilancio da me individuati e adesso sbloccati dalla Corte dei Conti. Il periodo era il 2018, quando ero parlamentare all’Ars e componente della Commissione bilancio. Parlo dunque con cognizione di causa perché partecipai assiduamente alle sessioni dei lavori di redazione nell’aprile dello stesso anno. Presentai migliaia di emendamenti, studiato tutte le carte, tutti i capitoli e facendo un’amara scoperta: miliardi di euro non spesi chiusi nei cassetti. Erano somme afferenti i cosiddetti ‘fondi extra bilancio’. In quell’occasione individuai circa 1,8 miliardi di un filone che riguardava una di queste dotazioni finanziarie, il cosiddetto Programma operativo complementare (POC), suddiviso in 11 assi strategici che toccano diversi finalità - formazione, infrastrutture, ambiente, turismo, beni culturali etc. Si tenga conto che il bilancio regionale è scassato. In quella legge di stabilità ho aperto tale cassetto celato per prelevare 404,5 milioni da inserire nella legge finanziaria 2018. Come li ho prelevati? Formalizzando in Commissione bilancio una serie di emendamenti in un grande articolo - omnibus - il 99, entrato a far parte della finanziaria di quell’anno, definito sotto il nome di ‘Interventi nell’ambito della programmazione regionale unitaria’. Con tale articolo 99, che ripeto valeva 404,5 milioni, erano previsti a una serie di interventi specifici valevoli su tutto il tessuto siciliano, anche quello messinese. Le somme erano così articolate:258 milioni per il Poc; 144,5 milioni Fsc; 1 milione Po Fesr; 1 milione Po Feap".

“Tale articolo fu avversato sin dagli albori - continua il primo cittadino di Messina - in modo particolare dal M5S e nella fattispecie dall’allora capogruppo Valentina Zafarana, deputata messinese che per gelosie locali ha condotto una guerra nei miei confronti. Non le importava nulla che parte di tali somme - quasi 100 milioni - era destinata a Messina come compensazione per ciò che negli anni le era stato rubato. Questa è storia: il Governo a trazione cinquestelle a luglio del 2018 ha impugnato l’articolo 99, su input dei grillini siciliani. Su questo non c’è dubbio. A distanza di 2 anni dal pronunciamento e per i quali 404,5 milioni sono stati congelati per mera gelosia, solo per la caccia all’uomo, la Corte dice che in tale articolo non c’era nulla da impugnare, non è stato ravvisato nulla che meritasse l’ostruzionismo da parte sia di deputati regionali che del governo nazionale. Hanno dovuto ingoiare un boccone amaro. Resta però l’amarezza che per quasi due anni queste somme sono ferme, mentre potevano godere di miglior sorte, specie per Messina, alla quale di questi erano destinati 100 milioni.Non contenti, ora che si è diffusa la notizia che la Corte costituzionale ha dato ragione a De Luca o meglio al buon senso per la Sicilia, cosa è successo? Nel momento in cui la sentenza è depositata, l’attuale Governo Musumeci che immediatamente doveva far valere i diritti dei siciliani a Roma, perché si tratta di fondi scippati al territorio, cosa fa? Il 10 aprile scorso approva la legge di stabilità, in cui all’art. 5 si specifica che la Regione è autorizzata all’utilizzo dei fondi extra bilancio e le somme del POC 2014/2020 ancora non vincolate, per contrastare gli effetti del Covid-19. In sostanza chiede al Parlamento il mandato a riprogrammare tutto, abrogando le leggi che sono in contrasto con questo mandato. Cosa significa? Che norme come l’art. 99 da me redatto per la finanziaria del 2018, che è stato impugnato da Conte ma giudicato ineccepibile dalla Consulta, possono essere azzerate. Quindi la Giunta, nonostante la sentenza della Corte che giudica vitali tali somme per la Sicilia, con un colpo di spugna li cancella? Devo essere chiaro da oggi io mi trasferisco a Palermo sino a quando la Legge di stabilità non sarà approvata quantomeno in Commissione Bilancio all’Ars e questi 404,5 milioni siano legittimamente restituiti ai siciliani. Occuperò tutti i palazzi: guai se si tenti l’ennesimo scippo al territorio tali".

Queste le somme incluse nell’art. 99 della Legge di stabilità 2018: 20 milioni di euro  per l’emergenza idrica messinese.

10 milioni di euro per l’abbattimento barriere architettoniche;
3 milioni di euro  per i presidi ospedalieri ricadenti nelle zone ad alto rischio ambientale, come Milazzo o Gela;
25 milioni di euro per bonificare l’area ex Sanderson di Messina;
40 milioni di euro  per la baraccopoli di Messina, la più grande d’Europa;
50 milioni di euro per il piano straordinario per l’eliminazione in ambito regionale dell’amianto;
20 milioni di euro per realizzare rifugi sanitari - con un’attenzione particolare per la lotta al randagismo, dando accoglienza a quello che sono animali domestici abbandonati;
24 milioni di euro per il risanamento dei centri storici - ambientali e monumentali;
13 milioni di euro per gli impianti sportivi;
50 milioni di euro per realizzare i ‘villaggi del dopo di noi’ destinati ai soggetti fragili e con disabilità;
10 milioni di euro per la riqualificazione di tutti i contesti territoriali che hanno ottenuto il riconoscimento da parte dell’Unesco;
50 milioni di euro per la riqualificazione di tutte le Chiese siciliane;
1 milione di euro per promuovere le start-up fatte dai giovani siciliani;
5 milioni di europer giovani laureati siciliani che volevano specializzarsi all’estero, per contratti di apprendistato e per incentivare gli culturali;
500 mila euro per la riqualificazione della Fornace Penna a Scicli.

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