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Algoritmi, informazione, diritti, privacy: a Messina l’Academy con il Garante alla Gazzetta. Il dibattito

In una cornice di rispetto globale dei diritti e delle libertà individuali, alla luce dei repentini mutamenti nelle dinamiche dell’informazione legati alle sfide tecnologiche, che si inserisce l’evento finale della GDS Academy del progetto Gazzetta del Sud in classe  Noi Magazine, che oggi vede un ampio confronto sul tema “Algoritmi e informazione tra libertà di stampa e tutela della privacy”   nell’auditorium della Gazzetta del Sud a Messina.

L’iniziativa è organizzata per la quarta edizione da Società Editrice Sud assieme all’Università di Messina con la partecipazione di ALuMnime, l’associazione di ex allieve e allievi Unime, per celebrare la giornata internazionale della libertà d’informazione, ed è stata accreditata dall’OdG Sicilia come corso di formazione giornalistica con 5 crediti deontologici. Nelle precedenti edizioni i temi trattati furono il diritto all’oblio, la tutela dei minori nella cronaca e il ruolo delle aziende editoriali tra etica e impresa. L’iniziativa, animata dalla marcata attitudine di Ses a promuovere nell’ambito dell’Academy il dibattito sull’informazione di qualità specie con i giovani, si inserisce in un percorso di grande attenzione rispetto alle tematiche della tutela dei dati personali, condotto in sinergia con il Garante della Privacy anche attraverso l’adesione di Società Editrice  Sud al Manifesto di Pietrarsa, la call to action lanciata dal GPDP lo scorso anno, in occasione del 25. anniversario dalla sua istituzione, per l’educazione digitale dei più giovani. Nell’ambito di tale percorso, ogni settimana l’inserto Noi Magazine ospita la rubrica Noi e la Privacy, rilanciata poi sul sito web gazzettadelsud.it. Sulla tv Rtp vengono inoltre programmati gli spot istituzionali nell’ambito della campagna “Finalmente un po’ di Privacy”.

La “pietra angolare dell’ordine democratico”. Così nel 1969 la Corte Costituzionale definì il valore  sancito dall’art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta a autorizzazioni o censure”. Una norma semplice eppure articolata, dall’enunciato cristallino - in ciò che dice e in ciò che sottintende -  creata da madri e padri costituenti quale anticorpo  perenne della neonata Repubblica rispetto a totalitarismi o censure. L’art. 21 statuisce implicitamente una libertà anche “a contrario”: nessuno può essere obbligato a manifestare il proprio pensiero e, anzi, ha diritto come previsto dall’art. 15 della stessa Costituzione, alla “libertà e segretezza della propria corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione” (salvi i casi previsti dalla legge). L’art. 21, ancora, contempla inoltre i casi in cui la stampa può essere soggetta a sequestro  (per provvedimento motivato dell’autorità giudiziaria) e contiene un solo limite esplicito, un  concetto  “aperto” e legato alla sensibilità contingente: “Sono vietate tutte le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume”.

Una norma, quella contenuta nell’art. 21 della nostra Carta Costituente,  che però - come tutte e forse in maniera molto più pervasiva di altre - non va decodificata in maniera isolata, ma in “combinato disposto” fra tutte le altre - di pari rango costituzionale o legislativo - che contemplano  diritti e libertà della persona. Un concetto da spiegare chiaramente soprattutto ai più giovani, e in particolare in una fase della formazione personale che li vede sempre più partecipi, coscienti e critici, ma anche bersagliati da ambienti e metodi di interazione - soprattutto digitale - che sempre più scivolano nella deriva dell’irresponsabilità diffusa, sulla base dell’errato convincimento che - in nome di una malintesa “libertà” - tutto sia lecito. Libertà di  manifestazione del proprio pensiero non significa poter dire tutto di chiunque in tutte le sedi, specie quelle dell’informazione professionale soggette a precisi vincoli di responsabilità e doveri deontologici di rispetto per la verità dei fatti e la dignità delle persone,  configurandosi ipotesi di aggravante specifica se tali limiti non vengono rispettati.

E la linea scriminante è proprio il contenuto “umano” dei concetti espressi: se suscettibili di intaccare la sfera individuale di un’altra persona, tutto cambia e la “libertà” di espressione, così come  “il diritto di informare e essere informati” devono essere contemperati con l’esigenza di rispettare la sfera personale di ciascuno e la dignità sociale, valore ugualmente garantito dalla Costituzione nell’art. 2 che, molto prima dell’art. 21, così recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. L’articolo 3, subito dopo, statuisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche condizioni personali o sociali”.

Il programma dell’evento

L’evento “Algoritmi e informazione tra libertà di stampa e tutela della privacy”, venerdì 19 maggio alle ore 10 nell’auditorium Ses a Messina (diretta sul canale youtube della Gazzetta e sulla pagina fb Unime), concluderà la GDS Academy del progetto “Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine” e le attività di UNIME GDS Lab, il laboratorio di tecnica giornalistica promosso da Ses e Unime. In apertura, i saluti del presidente e direttore editoriale della SES - Gazzetta del Sud Giornale di Sicilia Lino Morgante, presidente della Fondazione Bonino Pulejo, del  rettore Unime Salvatore Cuzzocrea, del presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia Roberto Gueli, vicedirettore nazionale TGR RAI, e della presidente di ALuMnime Vittoria Calabrò. Il tema sarà introdotto dal prof. Giovanni Moschella, prorettore vicario Unime e ordinario di Diritto Pubblico, e approfondito dall’avv. Guido Scorza, componente del Collegio del Garante della Privacy. Interverranno i direttori responsabili della Gazzetta del Sud, Alessandro Notarstefano, e del Giornale di Sicilia, Marco Romano. Modererà i lavori Natalia La Rosa, vicecaposervizio della Gazzetta del Sud,  responsabile dell’inserto Noi Magazine e di UNIME GDS Lab, il laboratorio studentesco coordinato assieme alla prof.ssa Maria Laura Giacobello, docente Unime di Etica della Comunicazione e coordinatrice del corso di laurea in Scienze dell’Informazione. Saranno presenti studentesse e studenti del laboratorio, delle scuole che partecipano al progetto “Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine” e di UniVersoMe, la testata giornalistica studentesca dell’Ateneo di Messina.

Guido Scorza: Apocalittici o integrati? Innanzitutto consapevoli

Le incredibili potenzialità dell’Intelligenza artificiale generativa sono al centro del dibattito internazionale, spingendo Governi e autorità di garanzia a gestirne risorse e criticità. A lanciare l’allarme sulla tutela dei dati personali e dei diritti dei minori è stato il Garante della Privacy italiano, che ha inibito in Italia l’accesso a ChatGpt, riattivata solo dopo  specifiche garanzie da Open AI.  A focalizzare, nell’evento di domani,  l'incidenza dell’IA sulla tutela della privacy rispetto alle dinamiche della corretta informazione sarà l’avv. Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la Protezione dei Dati Personali,  più volte ospite della GDS Academy, avvocato, docente,  giornalista pubblicista, autore e già rappresentante vicario del Governo nel  Government advisory Board dell’ICANN (ente internazionale di gestione internet) . Scorza, assieme al collegio presieduto dal prof. Pasquale Stanzione e composto dalla vicepresidente Ginevra Cerrina Feroni e da Agostino Ghiglia, ha partecipato alla delicata interlocuzione con la società statunitense, che ha fornito chiarimenti prevedendo modifiche in attuazione di quanto rilevato dal Garante, la cui azione ha dimostrato quindi che il progresso tecnologico può essere conciliato con la tutela dei diritti individuali.

«Né da apocalittici, né da integrati, per dirla con le categorie nelle quali, negli anni ’60, Umberto Eco classificava gli intellettuali al banco di prova dei nuovi media di ieri. Così – afferma Scorza -  dovremmo guardare al rapporto tra le nuove tecnologie di oggi – intelligenza artificiale generativa in testa – e il mondo dell’informazione. Non c’è ragione di averne paura e non c’è ragione – e, anzi, è da incoscienti – di esserne entusiasti. Rischi e opportunità rappresentano, in ogni innovazione tecnologica, due facce della stessa medaglia. E non c’è modo per eliminare i primi e beneficiare delle seconde. Quello che si può fare e limitare i primi e cogliere, quanto più possibile, le seconde.

La consapevolezza rappresenta sempre lo strumento più efficace per riuscire nell’impresa. Prediamo l’ormai famosa per alcuni e famigerata per altri ChatGPT. Lei e i suoi tanti emuli presenti e futuri faranno bene o male all’informazione? Saranno fabbriche perverse di disinformazione o strumenti preziosi di analisi della realtà e magari di contrasto alla disinformazione? Ruberanno il posto ai giornalisti o consentiranno loro di lavorare meglio? Non c’è una risposta universale. Ma c’è una certezza: sono domande, assieme a tante altre, che dobbiamo porci e, soprattutto, che dobbiamo spingere i più giovani a porsi parlando al presente e non al futuro. Curiosità e spirito critico sono le risorse più preziose che abbiamo per confrontarci con il nuovo che avanza ma anche il metodo da consegnare ai ragazzi per porli in condizione di confrontarsi con il presente che stanno vivendo e con il futuro che li attende. Ed è per questo che occasioni di incontro e confronto come quella organizzata dalla Gazzetta del Sud e più in generale tutte quelle nelle quali si articola l’Academy della Gazzetta sono preziose e irrinunciabili».

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