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L'infettivologo Castelli: "Le varianti del virus non colpiscono di più solo i bambini"

L'esperto, presidente della società italiana di infettivologia pediatrica sarà ospite del webinar in programma giovedì alle 10.30, promosso da Ses nell'ambito del progetto Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine, e dialogherà con gli studenti degli istituti comprensivi Giovanni XXIII di Villa San Giovanni e San Francesco di Paola di Messina.

Le nuove varianti del virus Sars Cov2 non colpiscono di più i bambini, ma hanno una maggiore capacità infettiva per tutta la popolazione, e quindi anche per l'infanzia e i giovani. A forte rischio è chiunque, a prescindere dall'età, non usa i dovuti sistemi di protezione e distanziamento: occorre quindi un più alto livello di attenzione.

A ribadirlo il prof. Guido Castelli Gattinara, presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica nel corso dell'intervista trasmessa questa mattina sui canali social di Gazzetta del Sud. L'esperto, infettivologo dell'Ospedale Bambino Gesù e già direttore del centro di vaccinazioni, sarà ospite del webinar in programma giovedì alle 1030, promosso da Ses nell'ambito del progetto Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine, e dialogherà con gli studenti degli istituti comprensivi Giovanni XXIII di Villa San Giovanni e San Francesco di Paola di Messina sulle tematiche dell'educazione sanitaria e della prevenzione, con particolare riguardo alla pandemia in corso e ai suoi riflessi sulle attività scolastiche.

A tale riguardo è stato evidenziato che i bambini si ammalano di meno e trasmettono meno l'infezione anche in ambito scolastico e in generale, come conferma uno studio in pubblicazione condotto dalla Sitip e dalla Società italiana di Pediatria. Il sopraggiungere delle nuove varianti potrebbe però introdurre diversi elementi di valutazione. Intanto, come ha osservato l'esperto, "nell'infanzia l'infezione da coronavirus decorre in maniera abbastanza benigna e non sviluppa solitamente malattie importanti o gravi, mentre negli adolescenti si è osservata una infiammazione multisistemica abbastanza seria ma molto più rara rispetto alle forme gravi polmonari negli adulti". Secondo il prof. Castelli Gattinara "le misure che si adottano negli ambienti scolastici sono sufficienti e precise e rispettano i sistemi di prevenzione. La preoccupazione riguarda soprattutto i momenti esterni alla scuola laddove gli studenti possono essere insieme in situazioni di rischio. Invece stare in classe, anche alle Superiori, comporta rischi molto bassi: gli studenti portano la mascherina e stanno distanziati, quindi all'interno della classe non c'è un rischio maggiore di trasmissione. Invece c'è l'utilità enorme di una frequenza dei ragazzi in presenza che è importantissima per loro".

"Non sono i ragazzi che hanno la maggiore responsabilità nella diffusione della pandemia - ha ribadito - ma vanno resi edotti dei rischi e dei comportamenti di prevenzione da adottare. Ritengo che abbiano il diritto di frequentarsi e stare tra loro, all'aperto con debita distanza, che debbano essere protetti con vaccinazioni, ma che debbano riuscire a fare una vita il più possibile normale anche se c'è una pandemia in corso".

"Sono comunque d'accordo con i colleghi - ha aggiunto il pediatra - sulla rigidità di alcune chiusure che vanno fatte. Oggi ad esempio lo sci è un lusso che non ci possiamo permettere. Penso che se non teniamo perfettamente sotto controllo la pandemia riducendo la replicazione del virus con i sistemi di lockdown e grandi campagne vaccinali, convivremo male con questo virus. Noi invece dobbiamo riuscire a evitare che si espanda così tanto: dobbiamo controllarlo, ma in questo momento è fuori controllo e siamo tutti in pericolo".

Il prof. Castelli ha poi auspicato che al più presto parta una campagna vaccinale specifica per i bambini: "Non sono piccoli adulti - ha rilevato - ma pazienti diversi. Tutti i farmaci nuovi devono essere studiati e sperimentati per i bambini e i trial sono iniziati,  ma poiché la manifestazione clinica in essi è meno grave si è data precedenza all'uso dei vaccini nell'adulto. E ciò è ragionevole visto pure che al momento non disponiamo di un numero sufficiente di vaccini. In ogni caso vanno date le vaccinazioni prima possibile ai bambini, che anche senza sintomi possono essere veicolo di trasmissione della malattia".

Un dato che è emerso in modo preoccupante è invece il calo generale delle vaccinazioni, dovuto alle accresciute preoccupazioni delle famiglie: "L'afflusso anche dei pazienti a rischio - ha confermato il prof. Castelli - è molto minore, pure per le normali profilassi: la paura ha ha allontanato i genitori. Invece i vaccini sono sicuri e prevengono malattie gravissime nei bambini. Il calo delle vaccinazioni può mettere in pericolo i più piccoli, invece è importate proteggerli, anche ad esempio con la vaccinazione antinfluenzale".

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