"Più che un genere, vogliamo che la nostra marca sia il suono. Più che nel cambiamento crediamo nell'evoluzione. Invece che guardarci indietro... puntiamo avanti". I Morrigan sono così, chiari come le loro idee. Johnny ed Ema La Rocca erano insieme nel 2012, quando la storia della band è iniziata, Giuseppe Alan Lisa si è aggiunto nel 2014 e, tra avvicendamenti ed addii, è rimasto. "Perchè in tre si pensa meglio, tre teste possono ragionare all'unisono, avere un'unica visione". Tirarsi fuori da un genere, quel rockabilly degli esordi che pure non si rinnega, semmai si rinnova. "Eppure ad un certo punto, pezzo dopo pezzo, la forma si è fatta sostanza, abbiamo allargato quello che ormai ci stava stretto. Cambiando l'estetica del gruppo, spogliandoci di tutti quegli elementi tipici dell'epoca per rivestirci a modo nostro". Un disco era già pronto nel 2017, "un buon lavoro che oggi aveva solo bisogno di essere tradotto nel 2023". E così i Morrigan lo hanno rivisitato, ne hanno tratto un ep che è già confezionato e un altro album lo pubblicheranno ad inizio 2024. Giuseppe Alan (da Torregrotta) suona (e insegna pure) la chitarra, Ema (di Torregrotta pure luo) la batteria, Johnny (di Venetico) cantava e basta. Prima che l'ukulele prendesse il sopravvento, "un po' per necessità di formazione, molto per un'esigenza artistica che man mano si è fatta strada". Insieme tenteranno la ribalta nazionale con un tour che era in programma già prima della pandemia. Nel mezzo, però, c'è un appuntamento importante. La finale di Sanremo Rock, a luglio, all'Arena dello Stretto di Reggio Calabria. "Già essere lì sarà un traguardo. È traguardo pure il confronto con altri musicisti, ti dà la misura di quanto vali, capisci dove posizionarti, a chi rivolgerti, dove guardare". Capisci pure chi vuoi che ti guardi, quale pubblico coinvolgere. Ecco l'altro obiettivo, "allargare il target, interessare più che una nicchia (per quanto fondamentale), rivolgersi ad orecchie anche internazionali". La strada è lunga, il cammino è iniziato.