Quella dei Batia Brothers è una storia di famiglia. Cominciata ad Acquedolci quando Simone, Samuele e Moreno erano bambini, quando il loro papà ha provato (e c'è riuscito) a trasferire ai figli la sua grande passione. Così la musica è diventata strumento e lo strumento il fine. Finché il singolo non s'è fatto gruppo e la famiglia si è allargata.
La band (nella formazione attuale, con il frontman Simone a chitarra e voce; Samuele alla batteria; Antony Pizzino alle tastiere; Alessio Venezia al basso) nasce nel 2010, con un repertorio tutto rock ("quello che ascoltavamo in quegli anni"). E poi evolve verso i cantautori italiani, per recuperare e tenere in vita la tradizione di De Andrè e De Gregori, di Dalla e Battisti, per rendere onore a chi ancora (sempre) ispira quelli che suonano e quelli che ascoltano (e cantano).
Prima i concerti vicino casa (rigorosamente senza scaletta, è ancora così"), dopo i viaggi per tutta la Sicilia, fino all'Expo di Milano. Il salto di qualità ("dovevano mandare l'esercito per farci smettere di suonare") davanti ad un pubblico internazionale com'è in fondo quello delle Eolie ("a Lipari le nostre stagioni più belle").
I Batia che si formano, i Batia che crescono, che s'identificano sempre più in loro stessi, che perciò cominciano a scrivere, ad arrangiarsi, a provare a fare di un gioco un mestiere, lottando per farsi strada nel mondo commerciale, ma senza tradirsi nella cifra musicale ("le mode passano, solo le cose in cui credi restano").
Ognuno ha fatto un percorso personale, gli studi in Conservatorio (tutti al Corelli di Messina) perché c'è la professionalità alla base di ogni successo. Tutti hanno un'ambizione uguale: il sogno (che è già un progetto, oltre che un obiettivo) di produrre un disco di inediti. E i pezzi nel cassetto sono tanti, c'è dentro a ciascuno un concetto che è materia unitaria, che oltrepassa la pubblicazione dei singoli nel nome di un sistema. Oggi i Batia sono pronti ad una nuova stagione, che non è solo l'estate che si avvicina. Piuttosto prospettiva ("quella sensazione fondamentale, che ti fa andare verso senza sentirti mai arrivato"). Di fare di un piccolo mondo qualcosa di grande.
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