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Verso il voto... ma non per tutti. I fuori sede messinesi: “Costretti a rientrare? Succede solo in Italia”

I ragazzi di un Mezzogiorno che produce, quello bello, che per volontà o esigenza hanno dovuto abbandonare la propria terra, ma che "civicamente" la propria terra non la vogliono proprio abbandonare. Un cruccio che si ripropone ciclicamente a ogni tornata elettorale, può l'Italia essere l'unico stato membro dell'Unione Europea (insieme a Cipro) a non prevedere una soluzione di voto alternativa per i propri "fuori sede" (circa 5 milioni di elettori)?
Sono sufficienti i prezzi agevolati proposti dalle compagnie di bandiera (Trenitalia ed ItaAirways) per permettere a chi studia o lavora lontano da casa di esprimere la propria preferenza?
Domande che ci siamo posti ed alle quali abbiamo provato a rispondere con cinque ragazzi messinesi fuori sede.
Con Davide, funzionario bancario a Pistoia, in Toscana, che a Messina è rientrato sfruttando le agevolazioni per gli spostamenti, ma che di contro lamenta di aver dovuto attingere dalle proprie "ferie" per esercitare un proprio diritto, passando per Aura, lavoratrice nel mondo dello spettacolo che da Firenze non è riuscita in alcun modo a tornare a casa.
Caso curioso quello di Alessandra, responsabile di una casa editrice accademica a Leiden, nei Paesi Bassi, che in qualità di residente all'estero potrà votare "per corrispondenza".
Lo stesso non si può dire di Federica, professoressa di italiano e francese all'Univesità di relazioni internazionali, appena rientrata da Belgorod, in Russia, per ovvi motivi.
E poi ancora Nino, studente di giurisprudenza, che ha concluso i suoi studi tra Trento, Utrecht e Varsavia, in rappresentanza della rete "Voto Sano da Lontanno" che dal 2021 ha preso a cuore le battaglie di migliaia di studenti e lavoratori fuori sede.

Sentimenti e reazioni di ragazzi che vorrebbero solo esercitare un proprio diritto, troppo volte relegati in coda ad un'agenda politica che non li ha mai veramente presi in considerazione. La rabbia di chi avrebbe voluto sparigliare le carte fa da contraltare a una rassegnazione perché anche questa volta è andata perduta la grande occasione di riavvicinare la politica ai propri elettori.

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