Dalla vita reale al palcoscenico, attraversando i sentieri dell’anima. Il racconto di vita di Martina Consolo, 29 anni, giovane e già affermata attrice messinese, s’intreccia con la passione per la recitazione che sin da bambina l’ha affascinata. Diplomatasi al liceo scientifico “Archimede”, ha frequentato diversi corsi al teatro “Vittorio Emanuele” e con l’artista Rosy Gangemi prima di approdare, nel 2013, alla scuola di teatro “Alessandra Galante Garrone” di Bologna. Da qui, nel 2017, dopo la laurea in discipline delle arti, musica e spettacolo alla facoltà di Lettere e filosofia, ritorna in Sicilia per frequentare la prestigiosa “Scuola dei mestieri dello spettacolo” di Emma Dante al teatro “Biondo” di Palermo, con la quale inizia una collaborazione che continua e che le ha permesso di calcare le scene di alcuni fra i più importanti teatri italiani. Da Spoleto con “Esodo”, una riscrittura dell’Edipo Re di Sofocle, alla “Cenerentola” andata in scena al “Ditirambo” palermitano, la giovane ha potuto mettersi alla prova, saggiando la propria duttilità. Lo scorso 14 luglio, in occasione della 396ma edizione del Festino di Santa Rosalia, Martina ha debuttato nel docufilm “Palermo sospesa. C’è il festino che non c’è”, per la regia di Costanza Quatriglio, direttrice del Centro sperimentale di cinematografia del capoluogo siciliano, trasmesso in streaming sul sito del “Biondo”. Martina veste i panni della Santa che salvò Palermo dalla peste; un percorso autobiografico narrato dalla stessa protagonista, scandito da alcuni flashback. Dopo la quarantena, Martina spiega come la compagnia della Dante abbia cercato di adattarsi alle nuove modalità comunicative: «La nostra accademia ci ha insegnato a essere artisti duttili, resilienti a qualsiasi cambiamento». A giugno, infatti, sono stati i primi in Italia ad andare in scena con lo spettacolo “Abecedario della quarantena”, diretto da Emma Dante, un mosaico autobiografico nel quale 19 personaggi raccontano la propria esperienza durante il lockdown.