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Le “Parole” incarnate dal messinese Nevì: "Dopo il dolore, ora cantare è la cosa più bella"

Il videoclip del singolo "Parole"

In tre aggettivi si definisce buono, altruista e ambizioso. Alberto Maimone, cantautore e scrittore, in arte Nevì, ha lanciato il suo nuovo singolo "Parole". E di parole e sogni è costellato il suo percorso artistico che sta costruendo con determinazione e sacrificio facendo due lavori. Di giorno agente immobiliare e di notte digital marketer. Una passione per la musica, la sua, nata sin dalla culla, quando i suoi genitori lo facevano addormentare ascoltando Mozart, e gli hanno fatto “assaporare” pietre miliari come Battisti o i Beatles e non solo.

«Diventando grande – racconta Alberto – ho cominciato ad ampliare il mio bagaglio musicale, ma non mi sono limitato ad ascoltare un solo genere. Solo il metal in realtà non mi ha mai preso. Sono cresciuto con la musica classica, poi mi sono avvicinato ai Pink Floyd e ai Queen. Ma anche alla musica degli anni 2000 come gli Eiffel 65, Gabry Ponte, Tiziano Ferro, Paolo Meneguzzi, Laura Pausini, Giorgia, Nek e una lista infinita di artisti italiani». Successivamente si è avvicinato al rap, prima americano e poi italiano, anche se De André resta il cantautore preferito.

Studi classici al liceo La Farina. Cammino un po’ tortuoso durante il quale ha imparato a confrontarsi con sé stesso: « A scuola sono sempre stato una testa calda. Per combattere la mia troppa timidezza cercavo sempre di fare un po’ il giullare della classe. Durante il mio percorso ho sempre preferito godermi la vita, crescere da solo imparando sulla mia pelle ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Purtroppo però un anno prima della fine del liceo classico mi sono ammalato. Sono rimasto bloccato con le gambe per 6 mesi, non potevo camminare e la cosa peggiore è che i medici non sapevano darmi una spiegazione. Per la prima volta nella mia vita ho capito che non ero invincibile, e che anch’io avrei potuto morire».

Un periodo nero, in cui anche coloro che si definivano amici si sono eclissati. «Ho deciso di farmi forza e affrontare quest’avventura a testa alta cercando da solo il modo di potermi salvare. Così è nato in me il bisogno di aiutare le persone in difficoltà, la mia passione per la lettura e per la scrittura». Nevì così ha cominciato a studiare psicologia, partendo dai padri fondatori: Freud e Jung. Ha letto molti dei loro libri comprendendo così il funzionamento della psiche umana, e ha capito che non era abbastanza perché voleva conoscere anche il funzionamento della vita, e così sì è avvicinato alla Filosofia, studiando tutti i più grandi pensatori del '900 a partire da Schopenhauer.

«Anche questo non mi è bastato – prosegue Alberto –, perché ero arrivato a crearmi mille punti di domanda e nessuna risposta concreta e così ho cominciato a studiare Fisica». Ed è iniziato un percorso universitario scientifico, proseguito poi alla facoltà di Filosofia, fino a quando ha deciso di fare tesoro del suo “background culturale” dedicandosi alla musica. In poco tempo è riuscito a farsi conoscere, si è esibito in diversi live, ha partecipato alle selezioni per Sanremo, anche se una delle emozioni più belle resta il contatto con i ragazzi venuti apposta per conoscerlo, qui a Messina, al ritorno da un evento nella capitale. Alberto, così, ha capito che questa era la strada che voleva davvero percorrere e grazie anche all’incontro con un vocal coach speciale è maturata la consapevolezza di potersi spingersi oltre e cambiare identità musicale, abbandonando il rap. «Non avevo un grande timbro vocale e così ho deciso di provare ad andare a lezione di canto da Ivan Lazzara. Ero andato solo per gestire meglio il fiato e la mia voce, ma quando il maestro ha sentito di cosa ero capace mi ha spinto a provare a cantare. Così, da un progetto nato per caso, ho capito che avevo tutte le capacità e che avrei potuto affermarmi come cantautore». E proprio durante il lockdown è nato il suo singolo che sta raggiungendo un vasto pubblico e che nasconde un messaggio che invita alla riflessione: «Il brano si intitola “Parole”, come le mille parole che ci diciamo tutti ogni giorno. Parole belle, parole brutte, ma che comunque servono solo a coprire quei silenzi che non riusciamo a controllare, che non riusciamo ad accettare, perché dietro ogni silenzio si celano i nostri pensieri, i nostri desideri, le nostre paure. E racconta del forte desiderio di realizzare un sogno che però sembra sempre più lontano. Ma soprattutto parla della solitudine di chi non sempre riesce ad esprimere ciò che ha dentro e che a volte desidererebbe semplicemente annientarsi, smettere di pensare, di sognare, di sacrificarsi e di correre, ma che vorrebbe solo fermarsi a parlare». Il brano è stato scritto interamente dall'artista con l'arrangiamento e la composizione finale di Ivan Lazzara. Il video ufficiale è stato invece diretto e montato da Marco Dodisi insieme all' aiuto regia gestita da Francesco Giorgianni. La protagonista del video è Debora Dodisi, che si è perfettamente immedesimata nella parte di chi insegue un obiettivo. «La ragazza rappresenta un po’ tutti noi, – conclude Alberto – ma in questo caso me, che per riuscire a portare avanti questo sogno sto sacrificando tutto me stesso e la mia giovinezza».

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