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Coronavirus, su Instagram i versi di tutti i poeti: letture contro l’assenza forzata

«La poesia non è di chi la scrive, ma di chi gli serve». La celebre frase di Massimo Troisi nel famoso film “Il Postino” ci ricorda quanto sia potente l’arte della parola. Scritta, gridata, sussurrata e soprattutto condivisa.

Ed è questo lo spirito che anima un gruppo di studenti universitari, la maggior parte di Lettere, tutti giovanissimi, che proprio lo scorso anno, salutando l’arrivo della primavera, hanno dato vita al collettivo “Altera”, e hanno organizzato con cadenza mensile incontri e reading di poesia aperti a tutti.

Momenti importanti per esprimere le proprie emozioni e soprattutto vincere quel sentimento che spesso blocca e inibisce qualsiasi azione: la timidezza. E ora, ai tempi dell’emergenza coronavirus, in cui è concessa solo la “fuga da stanza a stanza” hanno riscoperto una nuova missione. Ma procediamo per gradi.

«Il nostro progetto – ha raccontato il ventunenne Alessandro Triolo, uno dei fondatori del gruppo –, è nato esattamente l’anno scorso, il 22 marzo del 2019, data che per noi coincide con il primo evento che abbiamo organizzato in una libreria della città. Da lì è stato un crescendo, un continuare con grande entusiasmo. Ci siamo visti fino a maggio nello stesso posto, fino a quando con l’arrivo dell’estate abbiamo cambiato location, e abbiamo organizzato perfino un evento in spiaggia, a Mortelle, al tramonto».

Scenario mozzafiato, atmosfera di altri tempi, a tratti nostalgica, per chi è nato in un’epoca in cui i rapporti interpersonali non erano scanditi dalle moderne comunicazioni : «In quell’occasione abbiamo condiviso bei momenti anche con gli studenti che erano qui per le vacanze estive. Ma devo dire che in questo arco di tempo abbiamo stretto rapporti con tante persone. Giovani come noi. E particolarmente proficuo è stato l’interscambio con un professore di liceo che insegna Lettere, che porta i suoi testi, e spero che presto riesca a coinvolgere anche i suoi studenti».

In uno spazio fisico reale tutto è strutturato ad arte, c’è un’introduzione sull’autore e soprattutto si lascia grande spazio al dibattito. E ognuno può declamare “i propri versi del giorno”, che in realtà non hanno tempo, con o senza accompagnamento musicale.

Ma da qualche giorno, questa è la novità, l’appuntamento si è spostato direttamente su Instagram con un nuovo format studiato ad hoc, #lettureantiassenza: «Con il decreto siamo rimasti come tutti inchiodati a casa, quindi abbiamo pensato di creare un reading online. Ognuno può leggere il testo che vuole e condividerlo. Non pensavamo davvero che potesse avere così tanto seguito, ma io e gli altri fondatori abbiamo cominciato e poi altri sconosciuti, e qui sta la singolarità, si sono accodati in maniera entusiastica».

Giacomo Leopardi, Emily Dickinson, Nazim Hikmet, Charles Baudelaire sono gli autori più gettonati: «Penso che la gente abbia avvertito in questo momento storico scandito dal Covid 19, l’esigenza di comunicare e di sentirci in contatto con gli altri. Questo è diventato un modo per non affogare ogni giorno tra le pareti di casa, ma in generale posso dire che c' è fame di discussione, e di ridare vita nuova ad una forma d'arte, la poesia, troppo spesso proposta anche a scuola in maniera eccessivamente passiva. I ragazzi hanno la possibilità così di vedersi nei testi, specchiarsi in quelle pagine, e soprattutto distillare nelle nuove generazioni l'amore per essa».

Tra gli assidui frequentatori Giovanni La Bella e Marco Cucinotta, con gli altri fondatori Antonio Fede e Mariaconcetta Bombaci: «Dallo spazio reale siamo passati a quello virtuale – conclude Triolo –, ma speriamo presto, appena questo periodo sarà passato, di poter continuare la storia di questo collettivo che ci rende orgogliosi soprattutto perché al Nord rappresenta la normalità, ma qui da noi sono un po’ una rarità».

Una rarità appunto, che ci ricorda quanto sia potente la Bellezza e come sia fondamentale nella costruzione della nostra vita la poesia, abbecedario essenziale, non per fuggire dalla realtà, come spesso si dice, ma per renderla vivibile e più ricca.

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