Maestosa e dimenticata, sospesa tra cielo e mare, la Torre Bianca, un gioiello architettonico sconosciuto ai più, riprende vita grazie alle immagini regalate dalle “Aquile dello Stretto”: Davide Andaloro, Cristian Patania, Salvatore Grillo, Mario Boncoddo e Gerry Gullo. Nella vita fanno altro, ma sono legati tutti dalla stessa passione: raccontare la bellezza di Messina, attraverso un drone. «Le “Aquile dello Stretto” – ha sottolineato Gerry Gullo – è un gruppo nato quasi per gioco. Ogni domenica ci riuniamo e cambiando location giriamo dei video che poi settimanalmente o quasi condividiamo tramite YouTube. Per noi questo è un grande motivo di aggregazione e sfruttiamo questa occasione per stare assieme, raccontando le attrattive della nostra Sicilia». In particolare, quest’ultimo video nasce prendendo spunto da un articolo della “Gazzetta del Sud”, che proprio qualche anno fa accese i riflettori su un bene dimenticato che andrebbe valorizzato e restituito alla comunità: «Abbiamo creato una sinergia – continua l’animatore del gruppo – con Giuseppe Sanò, che ha raccontato, scrivendo un testo, con gli occhi di un bambino, cosa significasse questo tesoro per chi è cresciuto a Torre Faro, e con l’attore messinese Alessandro Lui, che abilmente gli ha dato voce. Questo prodotto è diverso da tutti gli altri, c’è stato un grande lavoro dietro, non è statico ma dinamico, e volevamo far vedere con un’altra prospettiva questa bellissima perla». L'idea delle “Aquile” è che questo possa diventare l’inizio di un filone che unisca idee e proposte: «Ci auguriamo che possano arrivare tante segnalazioni, perché ci mettiamo passione senza alcuna finalità di lucro. È una cosa che ci piace fare e vorremmo creare un filo diretto con tutti i cittadini peloritani che hanno a cuore un particolare luogo della nostra terra». Il video è visibile sul canale YouTube di Gerry Gullo, che spera di “risvegliare” la coscienza collettiva e di chi ci amministra attraverso le immagini di questo gruppo speciale. Soddisfatto anche l’attore messinese Alessandro Lui: «Sono immensamente felice di essere stato coinvolto in questa bellissima iniziativa che riguarda il mio territorio. E da sempre ho sofferto tanto le privazioni che Messina ha avuto dal punto di vista archeologico, culturale e monumentale. Ritengo che questo sia un ottimo pretesto per valorizzare quello che ci è rimasto, piuttosto che lamentarci sempre del fatto che non ci sia rimasto più nulla». Era il settembre del 2017 quando la “Gazzetta del Sud” si occupò di questo tesoro dimenticato. E proprio Giuseppe Sanò, allora consigliere della VI Circoscrizione, scrisse una nota all’allora sindaco Renato Accorinti, al dirigente dell’Ufficio Demanio marittimo di Messina Marco Messina, all'assessore alla Cultura Federico Alagna e all’assessore alle Politiche del mare Sebastiano Pino, per rivendicare un pezzo di storia: «Conosco Torre Mazzone da quando ero bambino – ricorda Sanò – perché proprio lì davanti giocavo e mi sono sempre chiesto: perché non valorizzarla? Infatti, oltre all’accesso al mare, ci viene negata anche la possibilità di fruire di un pezzo di storia messinese. Fra l’altro, questa tipologia di torri è famosa in tutto il mondo e racconta una storia precedente all’Ottocento. Si chiamano “Martello towers” e sono state edificate dagli inglesi, che hanno a loro volta ricopiato un progetto scoperto in Corsica, e vista l’efficacia difensiva e offensiva che veniva garantita da questa tipologia di costruzione hanno deciso di edificarle là dove erano presenti sul territorio». Chissà, aggiungiamo noi, se qualcuno, anche grazie a questo contributo video riuscirà ad accogliere la grande sfida.