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"Mah", la scossa di un giovane rapper alla Messina "buddace"

“Mah” in grammatica è semplicemente una interiezione che indica perplessità, ma il nuovo singolo di Sciack, alias Salvatore Sciacca, classe 1992, offre un ritratto di Messina veritiero che colpisce come un pugno all' occhio, ed è soprattutto una sveglia morale per chi dovrebbe tutelare gli interessi dei cittadini.

«Il pezzo è nato – ha raccontato Salvatore Sciacca – esattamente come è nato "Buddaci" cinque anni fa, cioè di getto. Di primo acchito può sembrare che vado contro la mia città, ma in realtà ci tengo tantissimo e ovviamente vorrei che diventasse più vivibile ». Questa volta però i toni verso la città dello Stretto sono meno dissacranti, e in qualche modo si "simpatizza" con i giovani che sono costretti a lavorare in nero per due euro l' ora e che spesso sono bersaglio di critiche di chi afferma lapidariamente che “nun hannu valia i travagghiari”: «Questa volta ho difeso Messina un po' di più e il pezzo lo considero molto maturo soprattutto per i temi che emergono. Parlo della manutenzione dei torrenti e anche di tutte le persone che sono morte per le tragiche alluvioni e che purtroppo sono state completamente dimenticate a livello nazionale, come se le nostre fossero vittime di serie B. Difendo ancora i ragazzi che lavorano dalla mattina alla sera e non hanno un euro in tasca perché sono sottopagati o costretti a lavorare in nero. E purtroppo non riescono a realizzare i loro sogni. Quindi posso dire che con “Buddaci” ero molto arrabbiato ma ora mi sono sentito di spezzare una lancia a favore dei miei concittadini».

Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.

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