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Partecipate e servizi, Messina in un anno. La rivoluzione del "porta a porta"

Per tracciare un bilancio del 2021 sui servizi essenziali della città, dunque rifiuti, trasporto pubblico e acqua, è necessario dare uno sguardo alle partecipate comunali. Sul fronte dei rifiuti, per Messina il 2021 è stato l’anno in cui si è compiuta la rivoluzione della raccolta porta a porta. Il 22 maggio è stato il giorno dell’addio all’ultimo cassonetto, celebrato da MessinaServizi e amministrazione comunale come un traguardo fondamentale nel percorso verso la differenziata. Il sindaco De Luca è salito su quel cassonetto che ha fatto il suo ultimo viaggio verso il deposito in segno di vittoria. La raccolta dei rifiuti in tutta Messina è ormai scandita dal calendario della differenziata, i messinesi hanno imparato a distinguere mastelli, carrellati, sacchetti colorati differenziati e tipologie dei rifiuti. Secondo gli ultimi dati resi noti da MessinaServizi, la percentuale di differenziata raggiunta a fine anno si attesta al 58%. Siamo ancora lontani da quel 65% che è obbligo regionale e che doveva essere raggiunto da anni, ma la strada dovrebbe essere quella giusta. Giusta ma difficilissima perché le resistenze si sono dimostrate tante. Se da un lato, infatti, abbiamo detto addio ai cassonetti, evitando anche di soffrire per le cicliche emergenze causate dalle discariche siciliane, dall’altro la lotta agli incivili resta impari. C’è chi non si rassegna alla raccolta porta a porta e continua a seminare ovunque i propri rifiuti. Marciapiedi, greti dei torrenti, persino i nostri colli Sarrizzo sono stati trasformati in discariche. Tanto da spingere MessinaServizi a spendere ingenti risorse in un servizio aggiuntivo per la rimozione delle discariche abusive sparse per la città. In questi ultimi mesi dell’anno, inoltre, la lotta agli zozzoni è diventato uno degli obiettivi prioritari. Oltre 400 le telecamere installate in tutta la città che hanno permesso di beccare e multare tantissimi incivili. Per quanto riguarda invece pulizia e decoro della città, questo 2021 non ha visto grandi risultati. Innumerevoli le segnalazioni raccolte su mancate scerbature, marciapiede ostaggio di erbacce e vegetazione incolta, sporcizia. Giudizio negativo anche sullo spazzamento, un servizio che si è rivelato completamente assente MessinaServizi ha concentrato moltissime delle sue risorse nella raccolta porta a porta, sacrificando spesso il resto. Molti di questi servizi sono stati poi affidati a ditte esterne, come la rimozione delle micro discariche, lo spazzamento, la scerbatura. Destando non poche polemiche per la scelta di spezzettare in appalti esterni tutti quelli che dovrebbero essere compiti della società comunale. Considerato anche che alla fine a pagare tutto sono i cittadini con la Tari.

In quest’anno la tassa rifiuti stava rischiando di diventare un macigno per le tasche dei messinesi. Per l’amministrazione De Luca servivano 6 milioni in più rispetto a un anno fa per coprire i costi dei rifiuti in città. Ma il consiglio non lo ha permesso. Il sindaco De Luca è andato dritto per la sua strada, bypassando la volontà dell'aula, ma quel provvedimento attende un parere che ancora non è arrivato. L’anno si è chiuso senza sapere realmente chi aveva ragione. Al momento, quel che è certo, è che intanto il costo della Tari è rimasto uguale a quello di un anno fa. Il resto si vedrà. Sul fronte degli impianti si sperava di ricevere qualche buona notizia dalla Regione, ma è rimasto tutto fermo al palo. La città attende ancora la realizzazione di quegli impianti che renderebbero Messina quasi autonoma nella gestione dei rifiuti, ma un altro anno è volato senza che si muovesse nulla. Su questo terreno non sono mancate le invettive di sindaco e amministrazione contro il presidente Nello Musumeci e la gestione dei rifiuti in Sicilia. Immancabili e cicliche infatti le crisi causate dalle discariche ormai al collasso, emergenze che però per fortuna hanno solo sfiorato Messina, grazie alla raccolta porta a porta. Se di emergenza si può parlare nei rifiuti è quella che riguarda purtroppo gli abbandoni. Una sfida che animerà anche il nuovo anno appena iniziato.

La nuova ATM

Restando nell’ambito dei servizi pubblici essenziali, il 2021 è stato l’anno in cui la nuova Atm spa voluta dall’amministrazione De Luca ha soffiato la sua prima candelina. Era il 1. giugno scorso, un anno segnato dalle difficoltà della pandemia, ma che per la governance dell’azienda trasporti è stato anche ricco di sfide e obiettivi raggiunti. Alcuni numeri di questo anno sono stati messi nero su bianco sul primo bilancio della spa: 55% di autobus in più, 29 mezzi acquistati. L'Atm adesso ha 100 autobus in linea, 260 autisti, l'età media del personale è di 48 anni e sono stati assunti 123 nuovi dipendenti. Il 2021 infatti ha portato soprattutto tante nuove assunzioni: gli autisti under 30 e finalmente proprio alla fine dell’anno anche i primi autisti over 60 che attendevano la fine della selezione ormai da mesi. Non sono mancate le proteste: sono scesi in piazza i famosi ex autisti interinali che hanno provato a difendere la professionalità che avevano accumulato in questi anni alla guida dei mezzi. Hanno protestato più volte i lavoratori delle pulizie dei bus. Non sono mancati gli scontri tra sindacati e azienda. Sono stati soprattutto Cgil e Uil, con le rispettive federazioni dei trasporti, a dare battaglia alla governance dell'Atm. L'ultimo atto di un rapporto sempre più burrascoso è stato lo sciopero dei lavoratori dello scorso 14 dicembre, con tanto di striscione posizionato sotto l'albero di Natale di piazza Cairoli donato dall'azienda trasporti. Una provocazione che ovviamente ha destato una dura reazione da parte di Atm spa. Per quanto riguarda i progetti, un anno che ha portato anche altri 19 milioni da investire sul tram. Un finanziamento che, insieme agli altri, darà la possibilità di rivoluzionare la tranvia messinese in termini di confort, affidabilità, sicurezza ed efficienza. Un totale di oltre 57 milioni di euro che trasformerà il tram in punto di forza del trasporto pubblico locale. Progetto nuovo anche per modificare la linea tranviaria: il tracciato resta quello, eliminando il giro intorno a piazza della Repubblica, ma è stato programmato il binario unico davanti alla cortina del porto e nella zona di Provinciale. Continua anche la sfida tecnologica: in queste ultime settimane dell'anno sono comparsi i primi monitor alle fermate che indicano tempi di attesa e linee disponibili. Il prossimo obiettivo è avere tutto a portata di smartphone. Impegni che sono stati al centro degli eventi promossi per la Settimana della Mobilità che Atm ha chiuso con un grane Motorshow che ha trasformato il Palarescifina in una grande pista che ha visto competere auto elettriche.

AMAM

Per quanto riguarda l’Amam, l’obiettivo tanto agognato dell’acqua h24 non è ancora stato centrato. Interventi e lavori di manutenzione sull’acquedotto di Fiumefreddo ma anche negli altri serbatoi che portano l’acqua nelle case dei messinesi hanno permesso di migliorare la distruzione in questo anno. Anche se il traguardo resta ancora lontano. Nel 2021 su 93 zone in cui viene suddivisa la città, sono 36 le zone che hanno l’acqua 24 ore su 24. Per la società di viale Giostra, il 2021 è stato l’anno in cui è ripresa la lotta ai morosi, dopo la pausa imposta dal Covid. A fine ottobre sono ripartite le procedure di distacco e anche le riduzioni del servizio idrico per le utenze con un alto indice di morosità.

Servizi che però non sembrano essere all'altezza della tredicesima città d'Italia. Questo 2021, infatti, si è chiuso con alcuni piazzamenti poco felici nelle classifiche nazionali sulla vivibilità delle grandi città. Messina è risultata 101esima nella classifica di Legambiente che analizza verde pubblico, servizi ed ecosostenibilità. Non è andata meglio in quella della qualità della vita stilata da Italia Oggi, in cui siamo al 98esimo posto. Ancora peggio per l'analisi del Sole 24Ore, sempre sulla qualità della vita di Messina, ma anche della sua provincia, in cui abbiamo guadagnato il 97esimo posto, perdendo ben sei posizioni rispetto ad un anno fa. Bocciatura su verde pubblico, sostenibilità, alberi, piste ciclabili, zone pedonali, servizi idrici e trasporto pubblico. Segno inequivocabile che c’è ancora tanto da fare.

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