Messina

Sabato 23 Novembre 2024

Ecco chi era Concetta Gioè, la clochard uccisa a Messina. "Spesso con gente strana" - VIDEO

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Una donna, Concetta Gioè, è stata ritrovata cadavere, in una pozza di sangue, all'alba accanto l'ingresso principale della chiesa di Santa Catarina in Via Garibaldi. Sul collo profonde ferite da taglio. Sul posto i carabinieri che hanno avviato le indagini mentre la procura di Messina ha aperto un'inchiesta affidata al Pm Piero Vinci con l'ipotesi di reato di omicidio.

Padre Pati: "Rifiutava l'aiuto, spesso con gente non raccomandabile"

«Era una donna di Palermo che da qualche tempo stava qui a Messina. Era di passaggio. Noi abbiamo cercato di aiutarla, ma rifiutava spesso il nostro supporto. Era una persona molto instabile che aveva problemi mentali». Così padre Franco Pati responsabile delle Case accoglienza di Messina, che conosceva la clochard di 68 anni trovata morta a Messina nelle scale della Chiesa di Santa Caterina dove dormiva. «Veniva seguita - aggiunge Pati - in una casa di accoglienza di Messina, dove alcune volte si fermava a dormire o mangiare. Abbiamo anche contattato la sua famiglia a Palermo, le abbiamo preso un appuntamento telefonico con il figlio, ma lei non ci ha voluto parlare. Non seguiva i nostri consigli e spesso si accompagnava con persone anziane molto strane, non so quanto raccomandabili. Mi dispiace molto - chiosa padre Pati - noi abbiamo cercato si starle vicino quando ci permetteva di assisterla». «La signora la conoscevamo bene perché frequentava via Garibaldi a Messina dove si trova la nostra chiesa e quindi l’abbiamo accolta cercando di darle aiuto. Lei stessa ha individuato nella chiesa un punto di riferimento perché l’abbiamo assistita molte volte; ieri ci aveva chiesto una coperta perché aveva freddo per coprirsi ma purtroppo non l’avevamo». A dirlo padre Giò Tavilla, parroco della chiesa di Santa Caterina dove stamani la senzatetto Concetta Gioè, di 68 anni, è stata trovata morta. "Aveva scelto di abitare la strada - prosegue Tavilla - anche se veniva da una famiglia di buona condizione sociale e culturale e questo si notava dal suo modo di esprimersi. Noi abbiamo cercato di assisterla in tutti i i modi, ma con lei non era facile. Se si faceva qualche domanda in più non rispondeva e se ne andava e quindi abbiamo cercato di supportarla come potevano, rispettando la sua libertà». «Era a Messina da due anni - ricorda il parroco -, ma un mese fa i servizi sociali d’accordo con l’Asp le avevano fatto un Tso perché non stava molto bene dal punto di vista mentale, tanto che girava anche d’inverno con un semplice coprisole. Era ritornata da poco dal ricovero in ospedale e ora stava molto meglio. Non so cosa sia accaduto, siamo dispiaciuti e profondamente turbati, abbiamo fatto quanto possibile per darle una mano»

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