Giuseppe Bertuccio, messinese giramondo: "Sono sulla Ocean Viking: salvano migranti e la vita ha valore"
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La storia di Giuseppe Bertuccio D’Angelo, 30enne giramondo originario di Messina, è quella di un normalissimo studente universitario che, stufo della vita sedentaria, dopo essersi laureato, decide di partire da solo per un viaggio attraverso i continenti. “Ho un legame fortissimo con Messina - racconta - io mi sento siciliano nonostante il mio accento e la mia carta d’identità tradiscano le mie radici”. Lui infatti è nato, “per puro caso”, a Lecco ed è cresciuto a Milano, ma i suoi genitori sono messinesi e lui torna ogni anno in Sicilia per rivedere la propria famiglia. Una volta a casa dopo il primo giro del mondo, ha iniziato la sua avventura sul web, il progetto Liminis: partendo da principiante ha avuto un anno esatto per prepararsi all’Ironman, il triathlon più duro al mondo, composto da 3,86 km da percorrere a nuoto, 180,260 km in bicicletta e 42,195 km di corsa.
Alla ricerca della felicità
Dopo aver superato questa sfida si è lanciato in un secondo giro del mondo, questa volta con la telecamera in spalla, ha deciso di porre le stesse domande a tutte le persone che avrebbe incontrato, il tema è la felicità e l’obiettivo trovarne la ricetta: nasce così il progetto Happiness. Partito dalla Palestina ha intervistato persone in Libano, Kuwait, Pakistan e India. Tra i tanti video si potrebbero citare: l’incontro con Fehaid Aldeehani, ex soldato che ha combattuto la guerra del Golfo, vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2016 in tiro a volo per il Kuwait, oppure la sua intervista ad un “manual scavenger”, membro della casta più bassa del sistema sociale indiano: “gli intoccabili”, individui che immergono il proprio corpo nelle fogne per pulirle a mani nude. Quindi l’iconica avventura in Corea del nord dove ha conosciuto il concetto di “relatività della felicità”, infatti, chiedendogli dell’aspetto di quella esperienza che più gli è rimasto impresso, risponde che: “Molti mi hanno domandato se veramente avessi trovato delle persone felici in Corea. La mia risposta è sempre stata di sì”, però precisa: “Loro non conoscono ciò che sta fuori dal proprio mondo, e anche se può sembrare assurdo, io credo che le persone a cui l’ho domandato fossero realmente soddisfatte della loro vita”. Si è poi spostato negli Usa più precisamente a Merced (California), dove ha girato un video con le “Sisters of the valley”, delle suore che coltivano marijuana. Ma, proprio nel mezzo di questa avventura, il covid ha congelato tutto, obbligandolo a fermarsi. Lui però non si è arreso, una volta terminato il lockdown, è ripartito dalla Stazione Spaziale Internazionale, dove ha intervistato l’astronauta Luca Parmitano, il primo italiano ad effettuare una “spacewalk”. Si è poi dedicato ad un viaggio attraverso l’Italia, andando per lo stivale a riprendere e raccontare le storie nascoste del nostro paese: dai ricorsi storici fiorentini, passando per l’Abruzzo dove un ragazzo sta costruendo un piccolo villaggio a tema Signore degli Anelli, alla lotta contro la mafia dei ragazzi di Addiopizzo a Palermo, video che lui stesso ha confessato essere tra i più sottovalutati del canale.
Un progetto che cresce
È così che il progetto si è adattato alle necessità, superando quella che doveva essere la sua scadenza, infatti ad oggi è ancora in corso e lo stesso Giuseppe non ha intenzione di fermarsi: “Il progetto Happiness non ha una vera fine, fino a quando lo troverò interessante e importante per la mia crescita personale continuerò a farlo”. Oggi si trova a bordo della Ocean Viking e non vede l’ora di poter condividere su YouTube tutte le testimonianze che sta raccogliendo in questa esperienza: “In questi giorni ho vissuto emozioni fortissime, assistendo a persone che salvano altri esseri umani in mare senza chiedersi il perché. Non ne fanno una questione politica, se ci sono persone in mare le salvano”.