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Operazione "Provinciale" a Messina, De Lucia: "Clan si alleano perché in difficoltà"

Questa mattina, in conferenza stampa, il procuratore di Messina Maurizio De Lucia ha commentato gli esiti dell'operazione "Provinciale" che ha portato all'arresto di 31 persone a Messina. De Lucia ha parlato di una "pax mafiosa" tra i clan messinesi che collaborano tra loro per produrre profitto, tra le famiglie storiche che vogliono crescere utilizzando la strategia della sommersione perché sentono forte la pressione delle forze dell'ordine.

«Da questa inchiesta emerge una mafia che vuole crescere, che ha grosse difficoltà a farlo perché la pressione delle forze dell’ordine sul territorio è molto importante e sentita e quindi ci consente di scoprire i reati. Dall’altro lato - ha detto ancora De Lucia - c'è una funzione delle famiglie storiche come gli Sparacio di crescere e rafforzarsi è un conflitto stabile tra lo Stato e l’anti-Stato, ma devo dire fortunatamente vince lo Stato. E’ una mafia che non uccide perché è in forte difficoltà da questo punto di vista, perché picchiare implica che noi dobbiamo scoprire che qualcuno è stato picchiato, un omicidio implica una attenzione anche mediatica che la mafia in questo momento cerca di evitare, rimane anche qui la strategia della sommersione per sopravvivere in un momento in cui la pressione delle forze dell’ordine è molto sentita.

La continuità dei nomi - ha proseguito - è una peculiarità della mafia, nel tempo ci si succede agli anziani , subentrano i giovani ma la continuità è data dal fatto che alcune famiglie da sempre sono state mafiose e purtroppo continuano ad esserlo, la differenza sta nel fatto che abbiamo un patrimonio di conoscenze che mettiamo a fattore comune che ci consente di intercettare questi fenomeni criminali e di reprimerli, per me la cosa più importante di questa operazione è che è una operazione congiunta di tutte le forze di polizia che operano sul fronte antimafia nella città di Messina e il fatto di aver messo insieme tutta una serie di elementi provenienti da indagini da tutte e tre le strutture di polizia, dimostra l’efficienza davvero notevole e credo con pochi uguali in giro per il Paese delle capacità di coordinamento che queste forze di polizia pongono in essere sul territorio messinese".

“Esprimo il più sentito ringraziamento a magistratura e forze dell’ordine per aver ancora una volta inferto un durissimo colpo alla criminalità organizzata sotto la cui egemonia, in questo caso nella città di Messina, finivano soggiogati numerosi cittadini ed imprenditori onesti, costretti a subire le estorsioni” afferma, intanto, il vice presidente nazionale di “Sos Impresa - Rete per la Legalità”, Pippo Scandurra, in una nota congiunta insieme al coordinamento regionale siciliano ed all’associazione di Messina, presieduta da Giuseppe Ruggeri, dopo l’operazione condotta da Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato di Messina, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Messina.

“Purtroppo il fenomeno estorsivo per mano della criminalità organizzata è ancora diffuso e radicato nel nostro territorio – prosegue Scandurra – ma accanto al lavoro di magistratura e forze di polizia, le stesse denunce sempre più frequenti di commercianti ed imprenditori che trovano il coraggio di ribellarsi, ci fanno capire come il vento stia sempre più cambiando. Come Sos Impresa – Rete per la Legalità ribadiamo quindi la totale vicinanza nei confronti delle vittime di racket e usura, disponibili a stare a fianco a loro in ogni momento di un percorso, certamente duro ma meno arduo se compiuto assieme, che partendo dalla denuncia conduce fino alla definitiva liberazione da ogni oppressione per mano criminale”.

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