Nel corso della notte, i carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal gip presso il Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di cinque persone di origine cinese, ritenute responsabili – a vario titolo – dei reati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione.
Il provvedimento cautelare si basa sulle risultanze acquisite dal Nucleo Operativo della Compagnia di Taormina, nel corso di un’indagine concernente alcuni centri estetici ubicati nei comuni di Messina e Giardini Naxos. L’indagine scaturisce dall’attività di controllo del territorio messa in atto dai militari della Stazione Carabinieri di Giardini Naxos che si erano insospettiti dall’anomala frequentazione del centro estetico denominato “Centro Benessere Summer” gestito da cittadini di origine cinese, nel quale si riscontrava la presenza di una clientela esclusivamente di sesso maschile, mentre le dipendenti erano solo di sesso femminile. Il centro estetico aveva peraltro un sito, ove erano presenti foto di giovani donne orientali riprese in abbigliamento intimo.
La conferma di quanto sospettato si aveva a seguito di un controllo effettuato nei confronti di un cliente fermato all’uscita del centro estetico, il quale riferiva di avere appreso dell’esistenza del centro massaggi su internet e che, dopo essersi recato sul luogo, era stato accolto da una ragazza di origini orientali che gli aveva proposto un massaggio specificando che con un supplemento di prezzo avrebbe potuto usufruire di una prestazione sessuale. L’indagine sviluppata dal Nucleo Operativo della Compagnia di Taormina, sia attraverso attività tecniche sia con metodi tradizionali ha consentito di accertare l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale composta da cittadini di origine cinese che, oltre al centro estetico ubicato a Giardini Naxos, gestiva altri due centri massaggi nel centro della città di Messina (uno in via XXIV Maggio, di fronte al PalaCultura), ove venivano fatte prostituire delle giovani ragazze orientali. I clienti, dietro il pagamento di un supplemento, a seconda se fossero clienti abituali o non, potevano ricevere anche prestazioni sessuali.
L’associazione era gestita da due uomini, il 42enne X.L. ed il 44enne H.Z., entrambi di origine cinese, che sebbene non fossero formalmente gli intestatari dei centri massaggi, di fatto li gestivano. Erano loro a preoccuparsi di reclutare giovani ragazze cinesi che venivano assunte come massaggiatrici e poi fatte prostituire all’interno di tali centri, allettate dalla promessa di una paga mensile fissa a cui si aggiungeva una minima parte del ricavo delle singole prestazioni. Allo stesso tempo i due predetti, si preoccupavano anche di pubblicizzare l’attività dei centri, inserendo sui siti internet degli annunci pubblicitari dal tenore inequivoco, proprio per attrarre quanti più clienti possibile. Tre donne di origine cinese si occupavano della gestione quotidiana dei centri estetici, organizzando il lavoro delle massaggiatrici reclutate dai capi e istruendole sul comportamento da tenere per eludere eventuali indagini delle forze dell’ordine. Le tre donne si occupavano di curare i rapporti con i clienti fissando gli appuntamenti, stabilendo le tariffe e riscuotendo i pagamenti, il tutto utilizzando un linguaggio convenzionale al fine di eludere eventuali intercettazioni.
Al fine di mantenere elevati i ricavi, alle ragazze venivano imposti rigidi turni di ferie e in caso di mancato rispetto delle “regole” di comportamento, che potevano mettere a repentaglio l’anonimato dell’organizzazione, venivano immediatamente rimpiazzate con altre connazionali prontamente reclutate. Dalle risultanze investigative è emerso che ciascun centro gestito dal sodalizio poteva contare su un gran numero di clienti, abituali e non, che garantivano un introito mensile di circa 8mila euro.
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