Nel giorno in cui il sindaco Cateno De Luca ha scritto al premier Giuseppe Conte per invitarlo a trascorrere il Natale tra le baracche messinesi, la signora Melina ha deciso di non stare più zitta. Vive l'inferno in un rudere nel rione messinese di Valle degli angeli. Non è una baracca inserita nelle aree del risanamento, ma forse è anche peggio. Perchè la signora Melina si lava con una bacinella, dentro una "casa" con le pareti inzuppate di muffa dove, ad ogni pioggia, cadono parti di intonaco dal tetto. Più volte ha rischiato che un pezzo di muro le piombasse in testa.
Abita da sola e prima dell'emergenza Covid riusciva a guadagnare qualcosa facendo le pulizie, ma adesso la gente ha paura, così l'unica forma di sostentamento è rimasta il reddito di cittadinanza che, però, non le basta per pagare un affitto e per cercare un alloggio più dignitoso.
Domande su domande presentate al Comune già a partire dal 2007 per avere un tetto sopra la testa. Un vai e vieni dagli uffici comunali che non ha portato a nulla. In 13 lunghi anni. Sempre la stessa risposta: non ci sono case. "Vivo in condizioni disumane - urla ai microfoni di Gazzetta del Sud online - ditemi se questa è o non è un'emergenza".
Blatte, topi, vermi, ragni: accanto alla casa in cui abita, che ha occupato perchè non sapeva dove andare, c'è un altro rudere invaso dall'immondizia. La sua "casa", in ogni angolo, è piena di trappole per topi e scarafaggi. A volte la notte si sveglia di soprassalto perchè un millepiedi le cammina sul braccio. Prende dei farmaci per gli attacchi di panico.
"Nessuno mi tiene in considerazione, tutti mi prendono tutti in giro. Io non ce la faccio più - dice - cosa devo fare? Devo ammazzarmi? Forse è meglio perchè tanto da perdere non ho niente".
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