«Per la Direzione investigativa antimafia è fondamentale aggredire i patrimoni della criminalità organizzata per combatterla nella maniera più efficace, è un momento nevralgico anche perchè con il codice antimafia si è dato un impulso fortissimo a questo ambito investigativo».
A dirlo Carmine Mosca, capocentro della Dia di Catania, oggi a Messina, parlando del sequestro di beni eseguito dalla Dia messinese nei confronti di Domenico Molino, imprenditore edile barcellonese.
«Le numerose operazioni di polizia giudiziaria da Gotha 1 a Gotha 7 - aggiunge - sono la dimostrazione di un impegno costante della Direzione distrettuale antimafia di Messina e delle forze di polizia. Le indagini, negli anni, hanno portato alla individuazione di capi e soldati e delle organizzazioni criminali, la mafia del barcellonese si è dimostrata molto vivace e aggressiva continuando nel tempo ad operare tutte quelle attività tipiche della criminalità mafiosa, dalle estorsioni ai grossi e pressanti interessi sui lavori pubblici. Le varie operazioni fino a Gotha 7 ne hanno disarticolato i ranghi e successivamente, grazie a quelle indagini, sviluppandole sotto il profilo patrimoniale ed economico finanziario, è stato possibile individuare gran parte delle risorse accumulate e provvedendo a privarne l’organizzazione mafiosa con i sequestri e le confische».
Per il nuovo capo centro della Dia è stata la prima uscita a Messina: «In questo primo mese di conoscenza - prosegue - mi sembra che si tratta di una realtà interessante e complicata che richiede un grande impegno da parte nostra fino ad oggi ho incontrato delle grandi professionalità. Sono molto gratificato dal fatto di essere individuato quale capo centro di Catania e responsabile della sezione di Messina dove c'è un collega molto bravo ben collaborato dai colleghi del centro operativo e i risultati lo dimostrano».
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