Alessandra massacrata di botte a Messina, i giudici: tante liti ma nessun segno premonitore - Video
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Nessun segnale premonitore. Le liti erano all'ordine del giorno, vero, ma sembra che nulla potesse far pensare che la storia fra Alessandra e Cristian potesse finire in questo modo. Parole di Giovannella Scaminaci, il sostituto procuratore di Messina che segue le indagini sull'omicidio di Alessandra Immacolata Musarra, la ragazza massacrata di botte ieri a Santa Lucia Sopra Contesse, a Messina, dal fidanzato Cristian Ioppolo, che ha poi confessato di averla uccisa. "L'Ufficio di Procura - ha detto Scaminaci incontrando i giornalisti - ha emesso il fermo nei confronti del giovane Cristian Ioppolo, 26 anni. Le indagini sono iniziate subito, quando è stato evidente che si trattava di un femminicidio. Non c'era stato mai nessun segnale e per questo non è stato possibile evitare questo gesto fatto eclatante". "Gli strumenti oggi ci sono per prevenire questi fatti - ha aggiunto - ma non c'era mai stata una denuncia. Mi auguro che chiunque in futuro sia vittima di questo tipo di episodi li denunci". Il pm Marco Accolla titolare dell'inchiesta presente alla conferenza stampa ha osservato: "Quanto è avvenuto è molto grave. A prescindere da quello che l'indagato ha dichiarato abbiamo continuato l'interrogatorio fino a quando ha ammesso le sue responsabilità". La relazione fra Alessandra e Cristian era iniziata meno di un anno fa. Convivevano da maggio del 2018 spesso litigavano e interrompevano relazione ma si continuavano a frequentare. Ultimamente Ioppolo non dormiva a casa della ragazza. L'omicidio, secondo quanto ricostruito, è avvenuto nella tarda serata di mercoledì. Cristian Ioppolo ha inizialmente tentato di allontanare da se ogni sospetto. Avrebbe anche mandato un sms dal telefono della ragazza al padre di lei chiedendo aiuto. Nel messaggio dava la colpa all'ex ragazzo della giovane dicendo che era presente in casa e che le impediva di aprire la porta. Dopo alcune verifiche è emerso che l'ex fidanzato non c'entrava nulla e Ioppolo ha confessato. Il movente è la gelosia e le condizioni economiche molto difficili.