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In spiaggia, in auto, alla fermata del bus: scippatore seriale incastrato a Messina - Video

Lo scippo di una donna in spiaggia, la tentata rapina nei confronti di un’altra donna in macchina, un uomo rapinato nel parcheggio di un negozio, un altro alla fermata dell’autobus. Era un criminale seriale, Salvatore Ricali, il 44enne messinese arrestato dalle Volanti dopo mesi di serrate indagini.

Pensava di averla fatta franca, di essersi assicurato l’impunità, di aver messo a segno i suoi colpi con tale maestria da non risultare identificabile, di non essere raggiungibile in quell’abitazione distante numerosi chilometri dai luoghi teatro dei fatti. I primi risalgono al mese di luglio dello scorso anno quando sotto il sole cocente di una spiaggia a sud di Messina, davanti agli occhi attoniti dei bagnanti, un uomo tenta di scippare una donna.

Le urla della vittima lo dissuadono e lo mettono in fuga, ma chi assiste all’accaduto ne fornisce un dettagliata ricostruzione riferendo anche com’era vestito. Passa poco tempo e la scena si ripete. Anche questa volta è una donna ad essere presa di mira. E’ seduta in macchina in attesa del marito che sta effettuando un’operazione bancomat quando le si avvicina un uomo.

Lei grida a più non posso e l’uomo scappa. Fornirà ai poliziotti una puntuale descrizione delle fattezze del suo aggressore e dei suoi indumenti. Seguono due altri episodi ben più gravi ai danni di due uomini costretti a ricorrere alle cure mediche. Questa volta il malvivente riesce ad andare fino in fondo. La prima rapina la consuma in un parcheggio antistante un esercizio commerciale assalendo alle spalle la vittima che strattona e fa cadere a terra, allontanandosi velocemente a bordo di un auto di colore scuro.

La seconda, invece, la realizza alla fermata del bus con le stesse identiche modalità e fuggendo sempre a bordo dello stesso mezzo.

Per mesi i poliziotti sentono testimoni, costruiscono un profilo dell’autore dei delitti, consultano le banche dati, visionano con particolare cura le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, setacciano il territorio alla ricerca, tra l’altro, dell’autovettura. E poi la svolta: trovano una macchina con le stesse caratteristiche di quella utilizzata negli ultimi due colpi messi a segno. Si tratta di una Peugeot 107 scura abbandonata con le portiere prive di sicura ed i finestrini abbassati.

All’interno i documenti del proprietario che immediatamente raggiunto riferisce che ad usarla è il figlio. Il giovane viene sentito e di fronte ai numerosi e dettagliati elementi probatori raccolti dagli investigatori ammette di essere lui ad averla guidata permettendo al complice, materialmente autore dei reati, di abbandonare velocemente la scena del crimine. Inizia la caccia all’uomo. Perquisiscono la sua abitazione con esito positivo: sequestrano alcuni indumenti coincidenti con quelli indossati per commettere i delitti e oggetti appartenenti ad una delle vittime.

Le ricerche continuano senza sosta e ieri l’arresto. Il messinese di 44 anni è stato condotto in carcere e dovrà rispondere, insieme al correo, di tentati furti con strappo e rapine.

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