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"Morti per donare la vita"

Un blocco di dolore. Questo il sentimento che oggi è trapelato nell'estremo saluto a Fefè e Nanna i fratellini uniti nella vita e uniti nella morte. Una celebrazione che ha visto la partecipazione accorata di tutta la città, primi fra tutti i parenti e i compagnetti dei bambini che hanno voluto stargli vicini fino all'ultimo attorniando le due bare bianche ricoperte di fiori. Tanti i celebranti oggi all'Ignatianum, molti di loro legati per aspetti diversi alla sfortunata famiglia. Una chiesa troppo piccola per contenere chi voleva far sentire la proprio presenza e poggiare anche un fiore vicino alle piccole bare. A celebrare il rito l'arcivescovo di Messina, mons. Accolla, con il vescovo ausiliare mons. Di Pietro e, per l'istituto, il gesuita p. Salvo Collura, responsabile della provincia euromediterranea della Compagnia di Gesù e poi religiosi e diocesani vicini alla famiglia. “Due angioletti che sono andati incontro alla morte per donare la vita” ha detto il presule cercando di dare qualche parola di conforto lì dove non è facile da trovare. Il dolore è troppo grande per chi adesso vive l'incoscienza del lutto. Adesso bisogna solo aspettare e concedere a papà e mamma, ai nonni, alla famiglia, tutto il tempo che hanno bisogno, magari trovando nella fede, ha detto l'arcivescovo, consolazione e forza. Rivolgendosi ai compagnetti, sconvolti e contriti, ha raccomandato di non bruciare “il tempo del cuore puro e dell'amore” che è proprio della loro età. Per gli altri, per la città, per chi sta vivendo questo dolore, ha detto Accolla, che una tragedia come questa possa essere da esempio ma anche da stimolo dal torpore che spesso copre le nostre vite, che impedisce di essere costruttori di comunione e testimoni di fraternità. Una chiesa stracolma, così come l'istituto, dove sono stati allestiti anche dei maxischermi nei cortili e all'esterno. Un servizio d'ordine impeccabile e in chiesa i volontari che hanno soccorso alcune persone che per il gran caldo e la commozione hanno avuto dei mancamenti. La compostezza è stata una componente di questa celebrazione che ha visto la presenza di tanti bambini messi faccia a faccia con il significato del vuoto e della morte. Molti di loro hanno voluto dare testimonianza, a conclusione della celebrazione, di quale sia stato il meraviglioso rapporto giornaliero e spensierato con Francesco Filippo e Raniero. Alcuni sorridendo per i bei ricordi, altri con grande mestizia, ognuno a modo suo. Gli interventi si sono susseguiti, tanto da richiedere l'intervento dell'arcivescovo perchè si potessero in qualche modo contenere i tempi nel rispetto di chi aspettava in piedi e sotto il sole. La mamma dei piccoli, Chiara, ha chiesto però che tutti potessero parlare e molti hanno voluto esprime un pensiero. Primo fra tutti lo zio Emilio Fragale, poi un poeta che ha scritto dei versi sui bambini, i compagni, la preside, i professori, l'allenatore della squadra di calcio in cui giocavano e la zia Susanna. Un altro momento emozionante è stato quello dell'uscita dall'istituto con le due piccole bare una accanto all'altra come nella vita. Il volo dei palloncini bianchi segno della purezza hanno accompagnato con lunghi applausi questi momenti. Ogni gesto con il suo significato profondo e doloroso, come quel sentimento che accompagnerà per sempre la famiglia di Nanna e Fefè.

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