Santoro saluta il Genio Civile dopo tre anni e mezzo
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Quando sono arrivato, ho trovato una città sui torrenti e con colline cementificate. Parte da lontano l'ingegnere capo Leonardo Santoro per riassumere i suoi tre anni e mezzo alla guida del Genio Civile ed alla vigilia del passaggio al Consorzio autostrade. Il suo excursus passa da alcuni punti fondamentali di un'azione che, in ogni caso lascerà il segno. “Sarà difficile che si possa tornare indietro sul rispetto di certe regole di sicurezza – ha detto nella conferenza stampa di commiato - specie per quanto riguarda il rispetto delle distanze della costruzioni dai corsi d'acqua e questo varrà per i prossimi piani regolatori e di lottizzazione, ha sottolineato - così avremo una città più sicura”.
Non vuole fare polemica con il comune, ma è nelle cronache che i rapporti con Palazzo Zanca sul fronte delle autorizzazioni per grandi opere sono stati piuttosto controversi. Prima di lasciare l'ufficio di via Saffi, però, Santoro, vuole chiudere però proprio due mosse importanti nello scacchiere dei cantieri. “Entro lunedì vorrei esitare una prima autorizzazione per la via don Blasco - dice- garantendo di poter aprire i cantieri per le via Maregrosso, Franza e per l'area della piccola ferrovia, ma la parte più complessa, anticipa sarà quella legata alle concessioni demaniali all'inizio della don Blasco”. Stessa cosa vale per i lavori a mare, nella zona di Zafferia dove deve essere trasferita la sabbia che sarà dragata nel porto Tremestieri, mentre bisognerà attendere per le aree all'interno del nascituro porto.
Santoro sottolinea l'introduzione di una serie di indirizzi operativi con nuove regole per la redazione di progetti per edilizia privata. E ancora richiama gli interventi sulle verifiche sismiche per opere strategiche.
“Questa città- ha detto Santoro – ha preso coscienza con parole e concetti come microzonazione sismica e liquefazione. Il fatto che da 40 anni non ci sia un significativo evento sismico- prosegue il prossimo direttore generale del Cas – ha rischiato di far cadere l'attenzione nei confronti della sicurezza sismica. Santoro ricorda poi gli interventi sulla gestione post incendi, alcune opere realizzate come i due bracci dell'approdo di Vulcano o la scogliera di piazza Cavallaro a Torre Faro. Al suo successore lascia anche le progettazioni per la ricostruzione dei muri d'argine di 10 torrenti della provincia e l'esecutivo per la messa in sicurezza della fiumara del Mela, quella che mise in ginocchio Bastione a Milazzo e Calderà a Barcellona.