Come ogni tradizione che si rispetti, quando si avvicinano le Olimpiadi, Giovanni Scalzo racconta ed anticipa sogni e speranze degli azzurri, specialmente della sua amata scherma. Lui che per numero di edizioni dei Giochi ai quali ha partecipato, ben quattro, e medaglie che ha portato a casa, sempre quattro, è stato il messinese più attivo alle Olimpiadi. Da anni vive e lavora a Roma, ma non ha perso il legame con la sua città. «È sempre piacevole parlare di un avvenimento così affascinante – afferma Scalzo –, anche se quelle che ci apprestiamo a vivere, per i problemi legati alla pandemia, saranno diverse dalle precedenti».
Cosa ci dobbiamo aspettare dalla scherma italiana?
«Sono fiducioso e mi auguro si possano ripetere gli exploit di cinque anni fa. La Sicilia darà un apporto consistente con Rossella Fiammingo ed i fratelli Garozzo, che sapranno farsi valere. Mi aspetto molto dalle gare a squadre dove, specialmente nel fioretto, sia maschile che femminile, abbiamo ottime possibilità di giungere in fondo, ma anche nella sciabola ci sono giovani promettenti e poi la spada con la splendida Fiammingo. Mi spiace soltanto per Elisa Di Francisca, ma il suo ritiro dalle scene ha dietro un lieto evento, va bene così».
Altri sport che daranno peso al medagliere?
«Nel complesso penso che faremo bene. Dall’atletica al tennis, passando per la pallacanestro, credo che ci divertiremo».
«Ripensare alle Olimpiadi del 2004 mi fa tornare in mente forti emozioni – dichiara Silvia Bosurgi, campionessa olimpica ad Atene con il Setterosa – ma c’è pure il dispiacere per l’assenza della nazionale femminile di pallanuoto, che, purtroppo, non si è qualificata, pagando lo scotto del cambio generazionale. Un grande peccato per l’intero movimento, privato della visibilità mediatica dell’evento».
“Dovrai” tifare per gli altri sport.
“Ci sono i ragazzi della pallanuoto maschile, che hanno le carte in regola per centrare prestigiosi obiettivi, e poi le Olimpiadi sono belle ed appassionanti proprio per la varietà delle discipline in programma. Ricordo l’indescrivibile gioia di Atene condivisa con il volley ed il basket maschili, che vinsero l’argento nei giorni del nostro oro. Faccio un augurio generale e mi farebbe piacere un buon risultato di Vincenzo Nibali, che coronerebbe un’immensa carriera».
Sulla stessa lunghezza d’onda, le parole di Massimo Giacoppo, capitano dell’Ortigia, che mise al collo l’argento a Londra 2012 con il Settebello.
«Partecipare alle Olimpiadi rappresenta il traguardo più alto nella carriera di qualsiasi sportivo, poi salire sul podio è un valore aggiunto, che permette di scrivere il proprio nome nella storia di una disciplina. Questa in Giappone sarà un’edizione particolare e l’assenza del pubblico le farà perdere un po’ di fascino, ma la rassegna a cinque cerchi resta, comunque, un sogno da vivere intensamente».
Quante probabilità ha la Nazionale di Sandro Campagna di andare a medaglia?
«Reputo che sia tra le squadre che possono vincere o occupare le primissime posizioni. La rosa è forte ed il ct ha l’esperienza e le qualità per farla rendere al massimo. Fondamentale è stare sul pezzo fin dalla partita del debutto». Di Fulvio e compagni dovranno fare subito i conti, nel gruppo A, con: Ungheria, Stati Uniti, Sudafrica, Grecia e Giappone.
Nella pallavolo, l’apice messinese si raggiunse nel 2004 ad Atene, quando l’Italia conquistò l’argento, in linea con una luccicante tradizione che da Atlanta 1996 vede sempre gli azzurri sul podio, senza, però, l’agognato oro. Palleggiatore di quello straordinario sestetto era Valerio Vermiglio.
«Ricordo ogni momento di quella stupenda avventura. Dall’arrivo al villaggio sino alla finale – racconta Vermiglio – le Olimpiadi sono per gli atleti di tutto il mondo l’obiettivo principale, immaginato da bambini, che soltanto per pochi diventa una fantastica realtà. La mancanza di pubblico a Tokyo sarà sicuramente un fattore inusuale. Inoltre, dopo il rinvio di un anno, si è temuto l’annullamento, per cui è già una fortuna essere alla vigilia della manifestazione più importante dello sport».
Come vedi le formazioni italiane del volley?
«Sono due ottimi gruppi. Uomini e donne possono puntare in alto, anche se la concorrenza è spietata. Possiamo giocarci le nostre chance e, come ripetevamo sempre in Grecia, occorre arrivare all’ultimo giorno».
La tua eredità è nelle mani di Simone Giannelli.
«Si tratta di un giocatore di elevata qualità, che sa essere un leader; abbina perfettamente talento ed esperienza. Ci sentiamo tramite social e posso dire che è un punto di riferimento per i compagni in un ruolo delicato».
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