Alla fine imparò dalla vita che le carte vanno rimescolate, che il destino può prendere traiettorie diverse e che la sua esistenza sarebbe stata intrisa di arte e bellezza. Katia Greco, messinese doc, ha raggiunto la popolarità con “Il giovane Montalbano”. E nel mezzo e oltre tanti ruoli dove ha potuto dimostrare la sua stoffa. E adesso, a Trieste, un luogo magico che le ricorda Messina, è impegnata da co-protagonista a girare “La Porta Rossa 3”. Fa sorridere sentirle dire che diventare attrice non rientrava nei suoi sogni da bambina .
«La recitazione non era nei miei piani – racconta Katia –, ho frequentato il liceo scientifico Seguenza. E sono nata in una famiglia molto semplice. Papà, oggi mio primo fan, fa il barbiere, e da adolescente ero riconosciuta, come si usa da noi al Sud, come "a figghia du babberi" mentre oggi ci facciamo grasse risate pensando che oggi lui “passa in secondo piano”. I ruoli sono rovesciati. E il signor Lillo è il papà di Katia Greco». L'artista cominciò a scoprire questa passione dopo una vicenda particolare. Al quarto anno sì innamorò di un ragazzo, rappresentante di istituto, che gestiva le iscrizioni per il laboratorio di cinema. Lei faceva parte del corso di scrittura, ma quando sono scattate le prove per scegliere i protagonisti di un corto le superò assieme a colui che nel frattempo era diventato il suo ex fidanzatino, che l'aveva coinvolta in questa nuova avventura. La ragazza, così, rivestita di timidezza, scoprì, che quel tratto distintivo della sua personalità era solo apparente. E che vestire i panni di qualcun altro le regalava una libertà sconosciuta, la possibilità di vivere un mondo nuovo.
Ed è da lì che tutto appariva più chiaro, anche se, in salita. «Capì che volevo fare l'attrice. Dopo la maturità però dovetti trovare un compromesso con la mia famiglia. Mi iscrissi a Scienze biologiche. Era un modo per dire anche a me stessa che un piano "b" serve sempre nella vita. I primi due anni studiavo a Messina, ma poi sapendo che dovevo dare gambe al mio sogno, grazie anche al supporto dei miei genitori, mi trasferì nella capitale». Una vita sacrificata in questo andirivieni, da giovane attrice in erba, la Greco passava dal palco degli esami, ripetendo nozioni scientifiche, al muovere i primi passi in serie di successo, come "Il Capo dei Capi" e "Distretto di Polizia": «Mi sono laureata nel 2011, in ritardo, ma poi mi sono dedicata alla recitazione a pieno ritmo. Dal “Giovane Montalbano” ho raggiunto una grande visibilità, poi è arrivato il momento di "Catturandi" dove mi sono rimessa in gioco, e poi tante pubblicità. E devo dire che è stato un onore da messinese, per arrivare alla storia recente, essere la protagonista di un film “made in Messina”, cioè “Cruel Peter”, di Christian Bisceglia e Ascanio Malgarini, girato a Messina, con attori stranieri».
Il presente è costellato di tantissimi progetti. Dovrebbe uscire a breve la serie Amazon “Bang, bang, baby” , dove interpreta zia Memena. Un teen drama ambientato nel mondo della mafia calabrese sullo sfondo della Milano da bere degli anni Ottanta, che ricorre alla comicità dissacrante per raccontare il mondo del malaffare attraverso gli occhi di una ragazza alla disperata ricerca dell’approvazione del padre. Mentre il presente è legato al set di “La porta Rossa 3”: «Sono soddisfatta perché ho un ruolo da co-pratogonista e sono attorniata da colleghi stupendi come Gabriella Pession, Gaetano Bruno e Lino Guanciale . Interpreto l'ispettrice Barbieri. Mi piace molto questo ruolo perché ho tirato fuori la determinazione. Un tratto distintivo che in realtà fa parte di me. Trieste poi mi ricorda la mia Messina e per questo mi sento sospesa in un'atmosfera onirica». E la città dello Stretto è nel cuore, il posto da cui tutto è partito, dove ha conosciuto il regista Massimo Coglitore, proprio durante i famosi laboratori di cinema, con cui ha condiviso 12 anni di vita e ha mantenuto, nonostante le loro vite abbiamo preso strade diverse, un bellissimo rapporto: «La mia vita oggi è un continuo divenire. Fuori dal copione sono un persona davvero molto semplice che ama uscire struccata. A volte mi sento doppia. Perché convivono la persona metodica che ai tempi ha scelto di studiare scienze biologiche , che ha i tratti un po’ da “signorina Rottermeier” e l' animo pazzerello che a volte esplode. Di sicuro volo alto mantenendo i piedi per terra. La popolarità non mi interessa perché il mio sogno più grande è continuare a fare il mio mestiere. Con passione e tenacia». Ai giovani invece lancia un bellissimo incoraggiamento: «Non smettete di credere nelle vostre passioni – conclude con piglio deciso – e soprattutto studiate sempre. Perché arriverà il momento in cui le competenze serviranno e in quel momento potete dimostrare chi siete e quanto valete».
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